Bacino galleggiante, La motonave Urania verso la demolizione
Tornano le speranze per un riavvio del comparto riparazioni navali
La Capitaneria di porto, con un lieve anticipo rispetto al decorso dei sessanta giorni previsti (questo in virtù di una fidejussione presentata), ha autorizzato la demolizione della nave Urania. Il relitto del battello oceanografico è infatti bloccato nel bacino galleggiante “Mediterraneo” dal giorno dell’incidente in cui perse la vita l’operaio elettricista che vi lavorava.
Da quel giorno di agosto di tre anni fa il bacino galleggiante è stato inutilizzabile per via del sequestro giudiziario e, successivamente al dissequestro, per i tavoli tecnici tra tutte le parti interessate, inclusa l’assicurazione. Un tragico stop che ha portato con sè un quasi ugualmente tragico fermo del lavoro per le riparazioni navali e per la gara di assegnazione del comparto bacini.
Con la decisione della Capitaneria – ma soprattutto dopo il lavoro di mediazione e rifinitura con tutte le parti interessate – dovrebbe finalmente riaprirsi la via per la gara. Tra circa due settimane, una volta effettuata la bonifica (svuotamento) della nave, una ditta specializzata si occuperà di tagliare la nave direttamente nel bacino e di trasferire poi il metallo via camion per il riciclo del metallo. Le operazioni dovrebbero durare circa un mese.
Una volta liberato il bacino, esso rientrerà in pieno possesso dell’Autorità di Sistema Portuale, la quale potrà finalmente inviare ai concorrenti le lettere di invito per il bando di assegnazione del comparto delle riparazioni navali.