Bacino galleggiante: tempi e modalità delle riparazioni (e della gara)
Corsini (AdSP): "Gli inviti a presentare le offerte saranno inviati non appena pronta la documentazione"
LIVORNO. Forse finalmente ci siamo, anche se l’esperienza insegna ad essere cauti. Ancora un mese e mezzo di attesa, massimo due e poi il bacino galleggiante “Mediterraneo” del porto di Livorno sarà pienamente operativo. A quel punto sarà di nuovo utilizzabile e Azimut a novembre lo utilizzerà per mettere in mare uno scafo da 108 metri. La gara per l’intero comparto (galleggiante, muratura e banchina 76) potrebbe addirittura riprendere il via a settimane, dato che le lettere di invito verranno fatte partire non appena sarà completata la documentazione.
Torniamo al bacino galleggiante. La struttura è ferma da due anni a seguito dell’incidente mortale avvenuto durante la manutenzione della nave oceanografica Urania. Dopo il sequestro della magistratura e varie controversie legali, l’armatore dell’Urania, la società Sopromar – rappresentato su Livorno da Enrico Bonistalli – ha presentato un piano di demolizione della nave al ministero. I lavori di taglio e trasporto del materiale che componeva la nave sono finalmente iniziati i primi di agosto e dovrebbero concludersi entro questa settimana. Il lavoro è stato eseguito, per conto di Azimut Benetti, dalla Gestione Bacini mentre le attività di demolizione sono state affidate all’ATI composta da Ecoacciai e da Despe; lo smaltimento dei rifiuti è stato invece gestito dalla Ecoflash di Livorno di Enrico Cafferata. Vincenzo Poerio ha spiegato ieri che l’operazione finora è costata ad Azimut circa 5 milioni, cifra che potrebbe salire a 7.
Una volta liberato il bacino dal relitto inizierà dunque la riparazione della platea e termineranno i lavori all’impiantistica elettrica, al momento eseguiti all’80% con la sostituzione di circa 9 km di cavi. Serviranno poi le certificazioni per l’impianto elettrico e il rinnovo del certificato di classe RINA (previa verifica delle saldature della carena). Il tempo complessivo per arrivare alla piena certificazione ed operatività è di un mese e mezzo, massimo due. Il “Mediterraneo” potrebbe già essere agibile entro un mese grazie alle certificazioni temporanee.
Adesso che eventuali vertenze sull’incidente dell’Urania non bloccano più il bacino e la nave è stata tagliata e rimossa, la gara per l’affidamento del comparto bacini (galleggiante, muratura e banchina 76) può ripartire. In tal senso il presidente dell’Autorità di Sistema Stefano Corsini ha detto che farà partire le lettere di invito non appena sarà ultimata la documentazione, quindi anche prima dei 45 giorni per la riparazione del galleggiante.
I tempi stringono anche perché Azimut Benetti ha da mettere in mare tre scafi da 108 metri. Il primo di questi dovrebbe andare alle prove acquatiche a novembre; a seguire poi altri due “vari tecnici” preevisti per gennaio e aprile 2019. Essendo scafi di lunghezza eccezionale, non è possibile utilizzare lo ship-lift in dotazione al cantiere, ma è necessario trasportarli sul bacino galleggiante e farlo poi immergere.
L’ingegner Pribaz dell’Autorità di Sistema del Mar Tirreno Settentrionale ha anche spiegato a margine che verrà installata una rampa in grado di superare il dislivello (tra i 60 cm e il metro ) tra la banchina e il bacino, che si viene a creare quando questo è sottoposto al carico di una nave. è altresì previsto il ripristino del ponte mobile e un percorso per raggiungere terra dalle murate laterali.
Lo stato dei lavori al bacino galleggiante è stato mostrato ieri mattina alla stampa nel corso di una riunione della conferenza permanente dei servizi. Oltre al presidente Corsini con i dirigenti Claudio Vanni e Enrico Pribaz, erano presenti l’ex amministratore delegato di Azimut Benetti, Vincenzo Poerio, due rappresentanti della Capitaneria di Porto (i capitani di vascello Francesco Tomas e Nerio Busdraghi), Massimo Ricasoli dell’Agenzia delle Dogane, nonché Enrico Bonistalli in rappresentanza di Sopromar. In platea a seguire i lavori di smaltimento dei rifiuti anche l’amministratore unico di Ecoflash, Enrico Cafferata.