Politica 8 Marzo 2020

Barzanti, Pci Toscana: “Vogliamo rafforzare e rilanciare la sanità pubblica”

pci bandieraToscana 8 marzo 2020 – Il segretario regionale del Partito comunista italiano, candidato alla presidenza della regione Toscana, denuncia come la situazione di emergenza dovuta alla diffusione del coronavirus abbia evidenziato la necessità di investire fondi importanti, magari da sottrarre agli armamenti, a favore del sistema sanitario

“Negli ultimi dieci anni sono stati tagliati 70 mila posti letto a livello nazionale, ben 2 mila 600 solo in Toscana. Così tanti sono i posti letti soppressi, in Toscana, non da giunte di destra ma dal Pd. Eppure oggi, dopo anni di tagli, ci rendiamo conto tutti di quanto è accaduto e di come è stata tagliata la sanità pubblica per favorire il mercato. Con costi sempre più alti, ed attese sempre più lunghe, hanno portato tutti noi ad usufruire della sanità privata convenzionata. In questi giorni, però, l’emergenza dovuta alla diffusione del coronavirus evidenzia la debolezza dell’attuale sistema sanitario. Avremmo avuto bisogno di posti letto per dare risposte adeguate ai cittadini, ma oggi ci rendiamo conto dei tragici risultati delle politiche dei tagli e del ridimensionamento della sanità pubblica”.

Ad affermarlo è il segretario regionale del ricostituito Partito comunista italiano, Marco Barzanti, candidato a presidente della regione Toscana per lo stesso Pci, il partito che fu di Gramsci, Togliatti, Berlinguer, che adesso sta raccogliendo le firma, in tutta la regione, per tornare a presentarsi con lo storico simbolo della falce e del martello in campo rosso con sotto il tricolore nazionale.

“Non solo mancano i medici ma anche le infermiere e gli infermieri e si richiamano i pensionati”, continua Barzanti, 51 anni, sociologo, quadro in un’azienda privata, che ha accettato la sfida di riportare sulle schede elettorali il nome e simbolo di un partito che ha letteralmente costruito la Toscana democratica: “Queste scelte sono un altro esempio di fallimento, dovuto proprio ai tagli e al ridimensionamento del personale. Sono scelte fatte in Italia e in Toscana con la chiara volontà di privatizzare il sistema pubblico da parte della politica. Il Paese è ormai sprovvisto di giovani professionalità da impegnare per far fronte alle vergognose liste di attesa e ad emergenze come questa”.

“Stiamo assistendo a una situazione con la quale dovremmo fare i conti sempre più frequentemente nel futuro, visto che la guerra delle armi passa attraverso anche la diffusione di nuovi virus”, continua Barzanti. “Una nuova guerra indotta probabilmente anche da cause ambientali o, sperando di sbagliare, da altri motivi. Il coronavirus sembra un esperimento per verificare la diffusione e l’efficacia di esso”.

Barzanti, in ogni caso, evidenzia il ruolo di chi, in questo momento, si trova esposto in prima fila a combattere contro l’emergenza e il contagio: “Un grazie particolare va soprattutto ai medici e agli infermieri che stanno dimostrando attaccamento e professionalità straordinarie. Senza di loro e senza il servizio pubblico saremmo tutti malati. Questo nel silenzio assordante delle forze politiche che hanno governato da sempre la regione, come il Pd. Le uniche esternazioni sono state del presidente uscente Rossi, uno dei responsabili di dieci anni di tagli al sistema sanitario. Lo stesso candidato Giani, da quasi un decennio seduto sui banchi del Consiglio regionale, prima come consigliere e poi come presidente, ha pure lui le sue responsabilità politiche fatte di ridimensionamenti. Molti sindaci a gestione Pd si limitano a dire che hanno obbedito agli ordini della regione e al loro partito. Ci diranno che i posti letto mancano anche a livello nazionale per giustificare le loro responsabilità. Come ha detto Prodi in una intervista, hanno privatizzato perché lo ha imposto l’Europa. Ebbene, dovevano dire no alle privatizzazioni e denunciare le imposizioni politiche ed economiche, non privatizzare!”.

Il Pci, adesso, intende battersi con continuità e convinzione a favore della sanità pubblica: “Ci impegneremo, se eletti, per investire nella sanità pubblica. Smettiamo di acquistare aerei e armi dagli Stati Uniti o da Israele per miliardi di euro e investiamo quei soldi nella sanità pubblica e nell’istruzione. Il coronavirus prima o poi passerà, ma la sanità necessita di investimenti per rispondere ai bisogni della gente, alle patologie che avrebbero bisogno di posti letto adeguati. Il presidente della regione ed i sindaci dei comuni dovrebbero pretendere investimenti nel personale e nelle strutture per dare maggiore sicurezza a tutti i cittadini, non versare le lacrime di coccodrillo”.