Basket Libertas, la ricetta del coach Di Carlo: grinta, analisi, e nessuna rivoluzione
Livorno, 05 marzo 2025 Basket Libertas, la ricetta del coach Di Carlo: grinta, analisi, e nessuna rivoluzione
Appena 7 partite da giocare e un orizzonte nel quale “pensieri troppo lunghi” sono poco funzionali.
Da qui al 27 aprile non c’è proprio il tempo fisico per fare rivoluzioni, e forse neppure quello per inserire in modo organico un nuovo giocatore.
E’ in questa cornice che si può interpretare la visione nel breve termine del nuovo coach della Libertas Livorno 1947.
Gennaro Di Carlo, nell’incontro avuto con la stampa ieri pomeriggio nella sede della società, ha tratteggiato le sue linee operative per le prossime settimane.
Si parte da un requisito non negoziabile: determinazione e grinta. Su questo il coach è fiducioso: “Vedo delle facce giuste, il basket è sì un gioco di precisione ma conta molto il cuore e la voglia di emergere”.
Altro aspetto, legato all’esperienza dell’allenatore: l‘analisi. “Quando si cambia un allenatore bisogna capire tra le righe cosa non funzionava. La mancanza di continuità è uno degli aspetti da comprendere”. In questa frase non c’è critica al suo predecessore, anzi stima e il riconoscimento del buon lavoro svolto da Andreazza in questi anni.
E, almeno da qui all’ultima giornata di regular season, non ci sono da aspettarsi rivoluzioni o particolari stravolgimenti. Di Carlo non ha intenzione di insegnare nuovi schemi a fine campionato per evitare “un sovraccarico mnemonico”. Si dedicherà piuttosto “a porre attenzione su certi aspetti”, probabilmente per far rendere al meglio i giocatori o sbloccarne le potenzialità.
E questo ci porta al grande tema: nuovi inserimenti e mercato. Per rispetto a Iozzelli (futuro general manager) che non ha ancora parlato e alla società, il coach non viola protocollo e competenze, e fa capire che il tema non è poi così centrale. Però non chiude proprio la questione: “(La Libertas) ha dei giocatori ok per quello che deve fare Livorno questo anno“, “Non sono abituato a chiedere nulla. C’è una difficoltà, ma prima devo metterci le mani. Già domenica pensavo su cosa si può fare. Per altre ho avuto conferme. Se per ultima ratio si porterà (qualcuno)… ma a questo non sto pensando“.
Noi lo interpretiamo nel senso che prima c’è da riportare continuità di vittorie capendo e sistemando cosa si era inceppato in una squadra potenzialmente da mezza classifica (e forse da “play in”); se poi dal mercato arrivasse un sostegno, tanto meglio. Ma l’eventuale sostegno non può essere la chiave della salvezza, ma solo un eventuale aiuto in più, che potrebbe arrivare solo tra qualche settimana, se mai arriverà.
Come già detto al termine della partita di domenica, le chiacchiere però stanno a zero senza risultati. L’unico obbiettivo ora è vincere almeno 5 delle prossime partite, a partire da Piacenza, ultima in classifica, che non avrà molta voglia di farsi battere tra le mura amiche e che già è pronta ad approfittare del momento di difficoltà della Libertas.
Del resto quello verso la salvezza è “un percorso difficile ma non impossibile. Ci giochiamo ogni possibilità sino alla fine. Saremo una squadra unita nella difficoltà“.
Coach Di Carlo ha poi ringraziato la società per l’opportunità e la fiducia accordatagli nel poter allenare in un “contesto di prim’ordine come Livorno, una piazza emotiva come quella delle mie zone”.
L’allenatore ha già parlato col nuovo presidente Marco Benvenuti via telefono: “Ho trovato una persona carica e fiduciosa. Quella fiducia sarà ripagata”.
Ad accompagnare Di Carlo in questa prima uscita ufficiale c’erano anche il direttore sportivo Gianluca Mannucchi e il presidente della Fondazione Libertas Yann Inghilesi.
“Abbiamo affrontato una delle settimane più difficili per la nostra società – ha detto Mannucchi – ma adesso siamo qui e per lottare per la salvezza.
Per farlo bisognava partire da un allenatore in grado di dare una scossa”. “Da Piacenza in poi sarà una finale dopo l’altra”.
Inghilesi ha aggiunto che è stata una settimana intensa, ma che ha consentito un passaggio di testimone in piena continuità. “Siamo consci di dover crescere come struttura e come organizzazione: Abbiamo 700 ragazzi di giovanile, c’è da proseguire l’integrazione col Don Bosco, e fare di tutto per salvare la prima squadra”.