Gassani vs Ramo, Lenny Bottay: “Sul ring come nella vita si vince e si perde”
Livorno 10 marzo 2025 Gassani vs Ramo, Lenny Bottay: “Sul ring come nella vita si vince e si perde”
Li commento di Lenny Mangusta Bottai dopo l’incontro tra Gassani e Ramo, dove il pugile labronico non è riuscito ad avere la meglio
“Sul ring come nella vita si vince e si perde. Ieri sera abbiamo perso. In tutta sincerità la sconfitta ci stava, due punti alla fine sono una sola ripresa. Io guardo sempre al mio e in tutta sincerità penso che i margini per poter vincere c’erano ma sono stati fatti degli errori da Chico di cui discutiamo da tempo, ovvero concedere troppi tempi morti agli avversari e, seppur senza prendere colpi importanti, quando poi si mettono a segno i più incisivi, al conteggio finale i tuoi sono meno, e finisce che ci rimetti. Inoltre molti tempi con troppa passività o inattività, e quindi punti che potevano essere nostri persi.
Detto questo però vorrei anche dire un paio di cose che sono collaterali, ma di sostanza: se prendo per buona la lettura dei giudici all’ultimo parziale, ero +1 -1 e -3 (un giudice che… mi taccio!), non capisco come possa aver perso le ultime 2 riprese. Il brutto di questo sport è che le spiegazioni non te le dà mai nessuno, devi solo subire le interpretazioni e decisioni.
Una cosa poi vorrei dirla ai telecronisti, uno ex campione, se i colpi di Gassani erano colpetti e poco consistenti, parlo dei sinistri, la faccia di Ramo, a cui vanno i nostri complimenti, non si spiegherebbe.
Forse chi si occupa di boxe in tv in italia dovrebbe domandarsi perché nelle TV serie, anche se la ripresa è fatta da lontano, si microfona da sotto il ring, da dove col rumore di un banale sinistro se ne percepisce l’entita’.
È un po’ come dover spiegare che, seppur alto, Chico non ha i bracci lunghi, non a caso c’è una misura (reach) data per definire l’allungo. Invece di standardizzare le cose in base ad una fisicità, bisognerebbe iniziare a capire poi che ci sono anche l’approccio del combattente e le sue peculiarità, che il maestro conosce e chi guarda, probabilmente no.
Detto questo ringrazio Super perché è un campione nella vita. Combattere a 42 anni e portare avanti vita, lavoro e famiglia, non è facile. Mi verrebbe voglia di dire che ha perso molto tempo e che anche questo lo ha pagato, una lezione per tanti che perdono i propri obiettivi. Grazie Super”