L’assessore conferma: “Pascoli in dismissione entro due anni”
Manca al momento una soluzione alternativa "su cui si sta lavorando"
Rsa Pascoli, Apolloni: “Struttura sottoutilizzata, noi non sprechiamo soldi pubblici”
“Per mantenere aperte strutture pubbliche sottoutilizzate come la Rsa Pascoli si dovrebbero dismettere gli asili comunali o tagliare i contributi ai meno abbienti e noi questo non intendiamo farlo. Il Pascoli rappresenta infatti un costo insostenibile per il bilancio comunale, a causa delle condizioni in cui versa la struttura e per gli altissimi costi di manutenzione ordinaria e straordinaria. L’amministrazione sta da tempo lavorando a una soluzione alternativa che si concretizzerà nelle prossime settimane e che ci consentirà di garantire posti letto per gli anziani in maggiori difficoltà economiche in una struttura pubblica all’avanguardia”.
Così l’assessore al Sociale Leonardo Apolloni replica alle accuse mosse oggi dai sindacati nel corso di una conferenza stampa.
“Dal 1 gennaio del 2017 la Regione ha deliberato l’introduzione di voucher che permettono agli anziani in difficoltà economica di accedere alle Rsa private convenzionate, a parziale carico del pubblico. Questo ha di fatto determinato uno svuotamento delle strutture pubbliche che non sono in grado di reggere la concorrenza, avendo costi di gestione molto più alti. Basti pensare che Pascoli e Villa Serena costano al Comune 7,3 milioni di euro l’anno e poco meno di 400mila euro solo di manutenzione ordinaria. Ecco perché nei prossimi giorni pubblicheremo il bando per la gestione del Pascoli e di Villa Serena: quest’ultima, al di là dei timori dei sindacati, non verrà smantellata e non si perderanno posti di lavoro, mentre la previsione è quella di dismettere il Pascoli entro due anni. Un percorso simile a quello intrapreso dal Comune di Lucca, che ha dismesso le sue Rsa, e dalla stessa Asl di Livorno, che ha dato in concessione Bastia e Coteto a privati convenzionati“.
“Mi domando come mai – conclude Apolloni – i sindacati, che ora annunciano barricate contro il Comune e chiedono l’intervento della Regione, non abbiano fatto altrettanto quando proprio la Regione ha spalancato le porte al privato. Farlo ora significa essere in malafede, non volere il bene della città e voler gettare al vento i soldi dei livornesi”.