Biossido di azoto sotto la media, Livorno Porto Pulito: vero, ma bisogna osservare che…
Livorno, 22 luglio 2025 Biossido di azoto sotto la media, Livorno Porto Pulito: vero ma bisogna osservare che…
L’Associazione Livorno Porto invita ad una attenta riflessione a seguito della Delibera Regionale 895 del 30 giugno scorso, che esclude Livorno dai territori critici per la qualità dell’aria inviando la seguente nota stampa:
“In primo luogo, infatti, ci si riferisce come sempre ai risultati della centralina del Viale Carducci, dedicata al traffico stradale e lontana 2 km. dal Porto. È vero che in questi ultimi 5
anni la media di biossido di azoto è rimasta al di sotto dei limiti attualmente vigenti, da cui il provvedimento della Regione, ma è necessario osservare che:
1. I limiti suddetti (40 microgrammi medi annui per metro cubo) sono il quadruplo di quelli indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (10 microgrammi), al di sopra dei
quali il rischio di ammalarsi gravemente è elevato;
2. I nuovi limiti che entreranno in vigore nel 2030 a seguito della Direttiva Europea 2881 del 23/10/2024 sono fissati in 20 microgrammi, mentre i valori registrati in Viale Carducci
sono stabilmente pari o superiori a 30 microgrammi negli ultimi 5 anni (allegato A della delibera 895).
Non si capisce quindi in che modo si ritiene di poter rientrare nella norma nei prossimi 5 anni. In secondo luogo, gli ossidi di azoto emessi dal traffico navale sono ben superiori a quelli
prodotti dai veicoli stradali.
Lo afferma non solo la delibera 895 (Allegato A), che parla di una quota del 28% del totale emesso nelle aree costiere rispetto al 17% delle autovetture e al 14%
del traffico pesante.
Ma soprattutto si evince dall’ultimo inventario delle emissioni, edito da Arpat, con riferimento al Comune di Livorno (non più, genericamente, alle aree costiere).
Come emerge chiaramente dai dati, infatti, nel nostro comune gli ossidi di azoto di origine navale sono pari a 3.190 tonnellate annue, contro le 941 di origine stradale. Più del triplo, con
un trend in costante crescita negli ultimi anni.
La situazione non è molto migliore per quanto riguarda il particolato (120 tonnellate dalle navi contro 53 dagli autoveicoli, cioè più del doppio).
Di fronte a questo scenario, verosimilmente noto a Regione Toscana e Comune di Livorno, si continua a rimandare la decisione di collocare centraline di rilevamento della qualità dell’aria
in zona prossima al porto, preferendo attendere il decreto di recepimento della direttiva europea che verrà emanato alla fine del 2026. Con tutti i successivi tempi amministrativi e
tecnici prima della effettiva installazione dei dispositivi.
Inoltre, le azioni annunciate dall’Assessora alle Politiche Ambientali si limitano alla proposta di riattivare il tavolo del “Blue Agreement”, un accordo con gli armatori che, come sappiamo,
è a carattere volontario e non ha mai prodotto risultati significativi in tutti i porti italiani che l’hanno siglato. A Livorno, in particolare, le compagnie aderenti sono state al massimo 3,
nessuna delle quali crocieristica.
Infatti, di fronte a generici impegni ad applicare “buone procedure operative”, nessuna sanzione è erogabile in caso di violazioni, né si prendono in considerazione misure di contenimento del particolato e del biossido di azoto.
In questo quadro complessivo, è necessario attivarsi rapidamente anziché crogiolarsi su una Delibera Regionale per sua natura parziale: servono centraline Arpat vicino al porto, certezze
sull’elettrificazione delle banchine e delle navi (al di là dei proclami) e un piano del traffico stradale capace di affrontare con serenità i nuovi limiti in vigore nel 2030″.