BL: “Che cosa serve alla sanità livornese”
Livorno – “Nelle settimane scorse, grazie a simpatizzanti e associati, il Gruppo sociale di Buongiorno Livorno (da sempre impegnato su questi temi) ha fatto circolare un questionario tra il personale dipendente dell’ospedale di Viale Alfieri. Nessuna pretesa statistica, certo, ma grazie alle risposte ricevute da qualche decina fra medici, dirigenti, infermieri e tecnici sanitari possiamo oggi meglio comprendere alcune criticità e disagi di chi lavora in un settore fondamentale per la cittadinanza.
Iniziamo con le prestazioni sanitarie. Per meglio corrispondere ai bisogni sia di chi lavora nell’ospedale sia dei pazienti, emerge la necessità di una più attenta organizzazione dei tempi, degli spazi e delle condizioni di lavoro che comprenda regole più precise, un aumento del personale e – richiesta espressa da tutti gli intervistati – un maggiore adeguamento alle specifiche esigenze di cura.
Necessaria poi più formazione professionale, accompagnata dal miglioramento dei trattamenti economici, da più rispetto reciproco fra i vari ruoli e da una comunicazione migliore. Ancora, si richiedono figure di coordinamento più stabili, consolidate e presenti, nonché il riconoscimento di titoli, master e formazione.
Passiamo alle strutture e agli spazi esistenti nell’ospedale. Dai nostri questionari, oltre alla richiesta di miglioramento dei parcheggi e degli armadietti personali, emerge il bisogno di incrementare servizi e posti letto, innovare la tecnologia dei macchinari, creare spazi adeguati e percorsi separati per pazienti e utenti in genere, manutenere e ristrutturare le parti più fatiscenti. Ancora, si dovranno prevedere più servizi per le persone anziane, una mensa serale e festiva, un dormitorio per il personale reperibile che abita lontano, un asilo per bambine e bambini dei dipendenti e, infine, un centro di accoglienza per i familiari di chi è ricoverato o sottoposto a esami non di routine. Quasi tutte le risposte mettono in evidenza la necessità di migliorare l’accesso al pronto soccorso mentre tutte, indistintamente, concordano sulla necessità di potenziare la sanità diffusa e di prossimità con distretti socio sanitari, case della salute, associazioni fra medici di base e altri strumenti.
Il quadro, seppure parziale, ci conferma come il dibattito che dal 2008 coinvolge la città in merito al nuovo ospedale sia pesantemente condizionato da una visione “ospedalocentrica”, spesso a discapito dei servizi e dei bisogni di chi ricorre all’azienda sanitaria locale o ci lavora; fra questi ultimi l’esigenza di un nuovo presidio ospedaliero non sembra particolarmente sentita, il che avvalora quanto già emerso nel referendum del 2009.
Anche per questo rilanciamo la necessità di aprire una vera discussione sul tipo di sanità che serve a Livorno, in cui inserire anche la questione del nuovo ospedale. Serve un percorso davvero partecipativo, vale a dire aperto a tutti gli addetti ai lavori: in primo luogo, certo, a chi opera nel comparto sanitario ma che coinvolga anche altre figure professionali – architetti, ingegneri, urbanisti – insieme a rappresentanti della società civile, del terzo settore, delle forze sindacali e politiche, oltre che, ovviamente, degli enti preposti (Regione, Asl, Comune).
Buongiorno Livorno conferma la volontà del candidato sindaco Marco Bruciati di promuovere, una volta eletto, tale percorso, dandosi sei mesi di tempo per esaminare e valutare ipotesi e proposte (compresa quella nata dall’intesa estiva fra Nogarin, Rossi e Asl e al momento “congelata”) e decidere. Arriveremo così (finalmente!) a un progetto di riqualificazione necessario e non più condizionato da tensioni, ripicche, scetticismi diffusi e diffidenze verso chi ha l’onore e l’onere di occuparsi del bene più prezioso per chi vive o lavora a Livorno: la salute”.
Stefano Romboli
gruppo sociale Buongiorno Livorno