BL: “La Fortezza nuova si merita di più di un progetto che si limita al riutilizzo commerciale e spettacolare”
Scrive Buongiorno Livorno in una lunga nota inviata alle redazioni:
“Nell’ultimo Consiglio Comunale l’Assessore Ferroni ha dato risposta alla nostra interpellanza in merito ai progetti previsti nell’area monumentale e rispetto alla tutela del verde pubblico presente.
Abbiamo saputo che sono attualmente pervenute due pratiche al SUAP: una per la installazione di 33 gazebo destinati ad attività commerciali (sembrerebbe principalmente per strettamente food) e un’altra per la licenza di agibilità per lo spazio da adibire a spettacolo e intrattenimento.
Il verde pubblico sarà mantenuto dal privato nel rispetto delle regole previste dal Regolamento del verde del Comune di Livorno, senza poter apportare modifiche a meno che non venga presentato e approvato un progetto da parte della Sovrintendenza.
La nostra posizione sul nuovo utilizzo della Fortezza Nuova è profondamente critica, nell’accezione più positiva che il termine può assumere.
Crediamo che:
un bene comune, dal valore storico e monumentale enorme come la nostra Fortezza, si meriti di più di un progetto che si limiti al riutilizzo commerciale e spettacolare;
l’Amministrazione, unitamente al Demanio, dovrebbero avere l’ambizione di strutturare un progetto di valorizzazione e restauro del bene, che dovrebbe partire e fondarsi su un percorso di studio, lavoro e competenza, sia dal punto di vista urbanistico che storico.
La Fortezza non è una semplice piazza da riqualificare, né una rotatoria da abbellire con qualche aiuola.
E’ un bene al quale ci si deve avvicinare con un complesso percorso di studio e riflessione.
Garantito questo, dopo si può anche utilizzare per fini prettamente commerciali e turistici, ma appoggiandosi ad un progetto che parta assolutamente dal restauro e dalla conservazione del bene.
Ci sono in giro per l’Italia, ma anche qui in Toscana, a due passi da noi, esempi in tal senso.
Pensiamo al Castello di Novara, restituito alla cittadinanza dopo anni di inaccessibilità, grazie ad un progetto da 26 milioni di euro, di cui 10 finanziati dalla Comunità Europea.
Qui il demanio ha ceduto l’antico complesso al Comune di Novara, che a partire dal 2003 ha iniziato il processo di riqualificazione grazie al lavoro di un team di professionisti incaricato di formulare il progetto di restauro dei diversi immobili del castello.
Si è trattato prima di tutto di un cantiere di scavo, nel corso del quale sono stati ritrovati elementi archeologici importanti, cioè i resti dell’antico castrum romano.
Il progetto si è adattato a questi ritrovamenti, inglobandoli e rendendoli visibili.
Poi sono state restaurate le strutture antiche, demolendo le aggiunte successive prive di valore storico e architettonico.
Infine, la ricostruzione delle parti mancanti, forse l’aspetto più interessante del progetto.
Diversi elementi del complesso, infatti, sono stati sì reintegrati, ma in forma moderna, realizzati con materiali (in particolare mattoni, vetro, acciaio) che si fondono perfettamente con gli elementi originali.
Le ali est e nord della fortezza sono state ristrutturate come spazi museali.
Per ora ospitano mostre temporanee, ma l’idea è che il castello diventi il vero hub culturale della città, con il trasferimento delle collezioni civiche di arte antica e contemporanea e del museo archeologico.
L’ala sud del complesso è stata destinata a zona di servizio, dove si è già trasferita l’agenzia per il turismo locale. Nell’ala ovest, infine, che ingloba l’antico castrum romano, saranno ospitati convegni.
Pensiamo poi, per tornare in Toscana, al bellissimo sistema delle Mura di Lucca e agli spazi ad usi civico e culturale che ospita lungo tutto il percorso fortificato, cui si aggiungono i diversi eventi fieristici.
Qui sta per partire un nuovo, ennesimo, progetto di recupero, progettato in linea con l’articolato programma di valorizzazione di cui è stato oggetto il monumento cittadino nel corso degli ultimi anni e che ha visto il restauro di tutto il paramento esterno, delle porte, delle sortite e degli spazi interni ad alcuni baluardi, la riqualificazione delle pavimentazioni, l’implementazione dei percorsi di visita, la riqualificazione dell’impianto di illuminazione pubblica, l’illuminazione del paramento esterno, il recupero degli edifici esistenti, oltre a interventi mirati alla conservazione del patrimonio vegetale.
Per quanto riguarda il patrimonio arboreo, il progetto prevede da una parte la conservazione dell’esistente, e in questo senso fornisce indicazioni per la sua corretta gestione agronomica; dall’altra è previsto il reimpianto completo (o quasi) di tutte le alberature di alcune cortine, baluardi e tratti di viali di circonvallazione, dove si trovano alberi più senescenti, ammalorati e ormai compromessi.
Altro bellissimo esempio di riuso si trova a Siena:
il centro museale di Santa Maria della Scala. Un’opera di restauro e riuso pulito, per risaltare la struttura, con lavori che implicano lavorazioni speciali con tecniche e materiali locali unite a innovazione e tecnologia
Nato come ospedale medievale, che nei secoli ha assunto molteplici funzioni legate all’accoglienza, il Santa Maria della Scala è oggi un complesso museale, punto di riferimento identitario della comunità senese.
Grazie alle risorse del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), è stato messo a punto un progetto di recupero e restauro della strada interna e di nuovi spazi espositivi, cui si affiancano due progetti relativi all’adeguamento del sistema antincendio del complesso museale.
Siamo fermamente convinti che anche a Livorno il Comune debba promuovere un serio e imponente progetto di restauro del bene in sinergia e armonia con l’uso attualizzato del ben stesso, sfruttando assolutamente i finanziamenti comunitari.