Cronaca 4 Giugno 2018

BL: “Porta a Porta un servizio da migliorare”

“Porta a Porta: un servizio da migliorare!

Dopo anni di immobilismo e di spirito di conservazione, il Comune di Livorno (a partire dal secondo mandato Cosimi e poi con Nogarin) ha introdotto la raccolta porta a porta per i rifiuti. Benissimo, è l’unica modalità che permette di ridurre davvero in modo significativo e più efficace la quantità di rifiuti che va a smaltimento. I benefici sono enormi dal punto di vista ambientale e della salute (progressiva eliminazione e marginalizzazione degli inceneritori e in parte delle discariche) e dei costi a carico degli utenti attraverso la diminuzione delle spese di smaltimento che rappresentano la voce di costo che più grava sulla tariffa d’igiene ambientale.
All’interno del circolo virtuoso è fondamentale la collaborazione dei cittadini, dei commercianti e degli imprenditori del territorio. Per questo serve un articolato processo composto da informazione e formazione, sensibilizzazione, coinvolgimento e corresponsabilità: ed ovviamente anche di controlli e sanzioni, anche salate per chi informato e messo in condizione di differenziare continua a fare il furbo. Ma anche pensando ad un sistema di premialità: ovvero sconti sulla tassa sui rifiuti per coloro che hanno comportamenti virtuosi producono meno indifferenziata.
Malgrado un dibattito aperto in città da molti anni, la maggior parte dei cittadini livornesi si è vista calare dall’alto la decisione, senza avere la consapevolezza delle necessità, dei benefici e delle conseguenze, sia negative che positive. Negative sì, perchè spesso le novità implicano cambiamenti alle proprie abitudini e qualche impegno e sforzo in più. Un conto è buttare via la spazzatura ogni volta che vogliamo recandoci ai bidoni che quasi sempre sono collocati davanti casa. Altra cosa è svolgere i compiti prescritti per il porta a porta, tenendo la spazzatura in casa in attesa che vengano a ritirarla, creare spazi giusti all’interno delle aree condominiali per i bidoncini, differenziare i rifiuti secondo attente istruzioni eccetera.

Come per altre misure e soluzioni sulla carta giuste e necessarie la cattiva gestione e la difficile amministrazione del servizio rischia di penalizzare e di screditare le buone pratiche. L’insofferenza dei residenti livornesi è diffusa e in parte giustificata. In parte: leggiamo e sentiamo anche tante lamentele assurde e pretestuose.
Male comunque fanno il Sindaco e i suoi collaboratori a non prestare particolare attenzione e limitandosi a ribattere con i benefici: la maggior parte dei livornesi non ha acquisito queste conoscenze e per lo più soffrono la scelta come imposizione. In effetti basta passare da alcune strade per verificare che non tutto sta andando come dovrebbe. Parliamo di zone dove il porta a porta è partito già da qualche mese: rifiuti ammassati all’aperto, odori maleodoranti ecc.
Ecco perchè pensiamo che dovrebbero essere ascoltati maggiormente i residenti e gli amministratori condominiali, mettendo in discussione una parte della strategia messa in campo. Non siamo d’accordo con chi vorrebbe tornare indietro e contesta il porta a porta, ma alcune soluzioni dovrebbero essere seriamente prese in considerazione e aggiustare il modus operandi. Pensiamo, ad esempio, alla proposta di creare isole ecologiche diffuse in zone critiche della città, dove risulta particolarmente complicato posizionare i bidoni. Pensiamo a una maggiore frequenza dei ritiri, implementando personale e mezzi.
Rendere socialmente desiderabile il cambiamento senza eccedere con gli approcci manichei e fideistici: spesso le politiche dei 5 Stelle sembrano pensate per i propri adepti, secondo una logica da setta allargata. Non possiamo risolvere tutto con una riunione a un mese dall’avvio del servizio. Troppo facile. Potrebbe funzionare in una comunità di virtuosi. Ma non siamo in una fiction.
La realtà è molto più composita. E non basta essere affiancati in queste “magnifiche sorti e progressive” dai cittadini volontari. Bella cosa, ma questo può anche alimentare sospetti e perplessità. È la rappresentazione plastica della sussidiarietà che fa emergere spesso i limiti e le contraddizioni della gestione e del governo della res publica. Dando la sensazione che col volontariato “innovativo” si nascondono appunto le proprie incapacità e magari anche la volontà di risparmiare e di fare economia su cose che invece meriterebbero di essere trattate diversamente e più adeguatamente”.

Direttivo Buongiorno Livorno