Aree pubbliche 22 Ottobre 2018

BL su Pascoli e Villa Serena: “Questioni da affrontare con responsabilità e innovazione”

Livorno – “Da tempo di parla si chiudere, esternalizzare ecc. il Pascoli e Villa Serena, le residenze pubbliche e comunali sanitarie per anziani di Livorno.

Già nel 2016 il Settore Politiche Sociali e Abitative del Comune di Livorno preparò un documento che preparava il terreno e dal quale si capiva bene l’indirizzo che avrebbero intrapreso.

Questione di costi, di politiche sociali in mutazione (apertura del servizio al mercato e ai voucher, anche da parte della Regione Toscana) e di altro ancora.

Resta il fatto che l’invecchiamento della popolazione consolida determinati bisogni e necessità.

Problema non da poco, visto anche quanto incide a livello di costi nel bilancio complessivo del Comune di Livorno.

Come già scrivemmo nel 2016 la sensazione è quella dell’incapacità da parte dell’Amministrazione Comunale di Livorno di maturare una strategia complessiva alla ricerca di soluzioni, puntando a fare i conti ragionieristici per salvare i bilanci, spesso con progetti improvvisati.

Esiste una visione d’insieme, in grado di garantire la rete in un contesto complessivo di tagli, minori risorse e al contempo un aumento esponenziale delle persone a rischio?

Come evitare che nella società – a cominciare dalla nostra città – sempre più persone siano escluse?

Tutto questo senza perdere di vista la questione occupazionale: sono circa 113 fra medici, operatori e animatori e ci sembra il minimo trovare soluzioni salvaguardando i posti di lavoro.

Esistono diversi modelli ed esperimenti anche in Italia.

Come Buongiorno Livorno abbiamo conosciuto e studiato il Centro Sociale portato avanti dall’Amministrazione Comunale di Lastra a Signa che ospita circa 80 anziani “fragili” dal punto di vista socio-economico presso una sorta di grande condominio sociale dove vanno a vivere stabilmente.

Tutto si sviluppa attorno a una nuova idea di abitare e anche di assistere, basata non sulla costrizione ma sulle libertà, sull’adattabilità, sulla partecipazione e sulla condivisione.

È un modello che non sostituisce quello tradizionale delle RSA ma che può affiancarlo e ridurne la centralità e che abbatte notevolmente i costi.

È solo un esempio di innovazione, di adeguamento rispetto ai cambiamenti, per favorire la centralità dell’essere umano fino al termine della propria vita”.

 

Stefano Romboli
Gruppo sociale Buongiorno Livorno