Borgo come via Ostiense, vernice gialla su dossi crepe e avvallamenti
Livorno 16 maggio 2025Borgo come via Ostiense, vernice gialla su dossi crepe e avvallamenti
Quella di cerchiare i dossi e gli avvallamenti di giallo è il segno della battaglia di Graziella Viviano, la mamma di Elena Aubry, la giovane motociclista che ha perso la vita su via Ostiense proprio a causa di una buca.
Una battaglia, quella di Graziella, per salvare le vite di chi tutti i giorni è costretto a guidare auto e moto sulle strade ammalorate della Capitale. Una battaglia che in tantissimi hanno preso a cuore, tanto che molte vie del Trieste-Salario si sono trasformate in un tappeto colorato di giallo. Come piazza Sant’Emerenziana, via Savoia, via Arno, via Bormida e anche diversi marciapiedi come quello di via Lago di Lesina, via Tagliamento e via Piediluco, già documentati in passato da RomaH24.
E adesso, anche a Livorno, qualcuno ha deciso di seguire il suo esempio.
In via Borgo Cappuccini, una delle arterie più trafficate del centro, sono comparsi in questi giorni cerchi e segni di vernice gialla attorno a buche, crepe e sconnessioni dell’asfalto. Un gesto anonimo, ma eloquente, che ricalca in tutto e per tutto quello della battaglia romana di Graziella Viviano. Un segnale forte e chiaro: attirare l’attenzione sui pericoli della strada, rendere visibili quelle insidie che troppo spesso passano inosservate fino a quando non si trasformano in incidenti.
La situazione del manto stradale in Borgo Cappuccini è da tempo oggetto di segnalazioni e lamentele da parte dei residenti e dei commercianti della zona. Dossi, avvallamenti e piccole voragini che, con il passaggio dei mezzi pesanti e delle intemperie, si allargano giorno dopo giorno, mettendo a rischio la sicurezza di automobilisti, motociclisti e pedoni.
La vernice gialla, in questo contesto, è diventata un simbolo di protesta civica e di tutela della sicurezza stradale. Non un “atto di ribellione”, ma un invito diretto a chi di dovere affinché intervenga concretamente.
Chi abbia impugnato la bomboletta in Borgo non si sa. Forse un gruppo di cittadini, forse un singolo esasperato. Di certo c’è che l’esempio di Graziella ha superato i confini della Capitale ed è arrivato fino a Livorno, trasformando la rabbia in un gesto visibile, concreto, pacifico ma determinato.
E chissà che, anche da noi, non possa nascere una nuova consapevolezza: quella che una buca cerchiata di giallo può salvare una vita.