Borgo di Magrignano, la lettera appello al sindaco
Insieme per Magrignano, l’associazione per la riqualifica e la vivibilità dell’omonimo Borgo, ha scritto una lettera aperta al sindaco Nogarin chiedendo un incontro ufficiale.
“Essere pazienti. Sperare. Ci è sempre stato detto di aspettare che le cose per risolversi avevano bisogno di tempo e lavoro. Un lavoro in sordina, dietro le quinte, senza fare troppo rumore, perché in ballo ci sono situazioni difficili, grovigli di interessi.
Ci è sempre stato detto che chiedere con insistenza, magari in modo eclatante, soluzioni brevi e definitive non avrebbe fatto altro complicare tutto, con il risultato che ci avrebbero rimesso (come succede sempre in Italia) le parti piu deboli.
Nel frattempo le persone che abitano il Borgo di Magrignano si sono organizzate ed hanno cercato di sopravvivere, hanno cercato di rendere vivibile un quartiere al limite della vivibilità, in particolare in certe zone di più recente costruzione. In questo periodo sono arrivate tutte le scadenze. Sono arrivate tutte quelle date in cui avrebbe dovuto accadere qualcosa. Tutte le speranze erano riposte in quelle date, ormai scadute, e adesso di scadenze non ce ne sono più. E il Borgo di Magrignano? E’ sempre lì, nella medesima situazione. Si può vedere, non servono descrizioni. Ma adesso non ci sono nemmeno quelle scadenze che in fondo erano delle piccole luci di speranza.
Adesso non esiste nemmeno la speranza e quando alle persone viene meno anche la speranza manca tutto. Com’è possibile quindi che siamo arrivati tutti a questo punto? Tutti noi, in quanto comunità, dovremmo farci questa domanda e capire le ragioni. E’ stata una sconfitta del bene comune e non è una questione di fazione politica oppure di colpe di uno o di un altro ente pubblico.
Hanno fallito tutti: Comune, Provincia, Regione, Ministeri e Stato. Abbiamo fallito tutti, abbiamo fallito come comunità. Siamo riusciti a buttare via un sacco di soldi creando un quartiere senza senso. Edifici lasciati neanche a metà, strade incomplete, parcheggi fantasma, cumuli di macerie e montagne di niente. Abbiamo recinti inutili e siamo sommersi dai cartelli di lavori in corso. Abbiamo creato una zona che incoraggia ad inquinare ed a sversare rifiuti. Una zona franca, anarchica. Dove ognuno, del territorio, fa ciò che vuole. Adesso che non riusciamo a vedere in quelle scadenza un lumicino di speranza non ci rimane niente. Se non sperare che almeno tutto non peggiori. Sì perché ormai siamo abituati a tutto, niente più ci fa svegliare da questo torpore… e in questo modo non si può far altro che peggiorare.
Per questo motivo adesso vorremmo che chi ha il compito di sanare una situazione insanabile si mettesse d’impegno a rispondere pubblicamente, a dare risposte concrete: tempi, metodi e risorse. Da subito. Chiediamo un incontro pubblico con il Primo Cittadino. Non chiediamo a lui le ragioni né i motivi di tutto questo, cerchiamo soluzioni concrete, brevi e durature. Abbiamo diritto di comprendere se e cosa si sta facendo per questo quartiere e queste persone”.
Insieme per Magrignano