Borgo, “La partecipazione sulle scelte? Ben poca..”
La lettera, l’intervento di Morozzi in merito all’articolo sul PUMS di Futuro e Casa Livorno
“Parlando di partecipazione diretta dei cittadini alla “cosa pubblica”
Da cittadino di Borgo Cappuccini piuttosto attivo nella partecipazione diretta del mio quartiere mi trovo non così enfaticamente d’accordo con i signori Bonucci e Bornaccini sul celebrare il nuovo PUMS.
Non dissento su molte scelte, ma:
parlare di partecipazione “adatta” ad un merito così importante non mi trova affatto soddisfatto semmai un po’ sconcertato (pur conscio del difficilissimo periodo storico che stiamo condividendo)
Vari sono i modi di declinare la parola “partecipazione”.
La famosa scala di Sherry Arnstein fin dagli anni’60 esemplifica i vari “scalini” concessi dall’amministrazione pubblica al cittadino nel partecipare alle decisioni sulla cosa pubblica:
si parte dall’essere semplicemente informati fino ad essere coinvolti in modo attivo nelle decisioni ed a riguardo del PUMS gli abitanti del mio quartiere coinvolti direttamente lo sono stati ben poco o quasi per niente (nb circa 10.000 abitanti, tra cui molti anziani e molti commercianti…per ora)
Atti partecipativi ben precisi, disciplinati dalla legislazione sugli enti pubblici e da statuti e regolamenti sulla partecipazione, sono le petizioni , le interpellanze ed i referendum di iniziativa popolare.
Sulle petizioni ho condotto uno studio a livello nazionale intervistando molti segretari generali ed esaminando statuti e regolamenti di tutti i 107 capoluoghi italiani raccolto in un report:
in sintesi spesso vi è un aiuto ed un dialogo tra cittadini e amministrazioni prima di dare un parere, lo si fa entro 60 giorni e si risponde per iscritto.
Bene nei fatti questo non accade a Livorno presentando una petizione.
Nel nostro caso (1003 firme presentate il 16 Luglio 2019) andava a richiedere in sostanza la moderazione del traffico nel nostro quartiere per tutelare pedoni e ciclisti, per mutare quanto i tecnici della scorsa amministrazione avevano disposto a riguardo della larghezza delle carreggiate che ha ridotto lo spazio di uso pubblico ed aumentato la velocità degli automezzi e quindi peggiorato vivibilità e sicurezza della zona.
Esaminata ben 200 giorni dopo in sede di Consiglio Comunale avemmo dalle stesse persone che avevano combattuto con noi prima delle elezioni per mutare il nuovo piano della sosta, le stesse obiezioni della scorsa amministrazione, e la precisa promessa di un incontro il mese successivo dopo un loro confronto con Ministero dei Trasporti in merito ( Gennaio Febbraio 2020)
L’incontro non c’è mai stato, non è stato mai comunicato ufficialmente un responso positivo o negativo sulla petizione e tantomeno l’eventuale confronto con il Ministero su quanto sopra ( che noi al contrario abbiamo avuto più volte)
Quindi non possiamo dire che un istituto di partecipazione come la petizione popolare, in questo caso da punto di vista dei cittadini, abbia seguito limpidamente i principi che la legislazione suggerisce e quindi non possiamo condividere la stessa entusiastica visione dei signori a cui ci rivolgiamo”.