Cronaca 19 Aprile 2018

Braccialetto elettronico, parla AVR

“I SERVIZI DI IGIENE URBANA A LIVORNO, DIRITTO E DOVERE

Da qualche giorno in città, e di riflesso su media e social media, si è sviluppato un acceso dibattito sull’introduzione di nuove tecnologie per il miglioramento e la certificazione dei servizi resi

Livorno, 18 aprile 2018 – Un intero settore, quello delle nuove tecnologie applicate al lavoro umano, è stato chiamato in causa per dirimere una semplice questione. L’applicazione tecnologica che oggi permette di dimostrare all’Amministrazione e ai Cittadini di aver fatto bene il proprio lavoro è una opportunità o una gabbia? Noi di AVR la risposta ce la siamo già data da tempo: il garantire la città pulita e strumenti al passo con i tempi dovrebbe essere un motivo di orgoglio per i nostri operatori, un diritto inviolabile dei cittadini contribuenti e infine un dovere pubblicamente ratificato di AVR S.p.A..

La recente introduzione di braccialetti Rfid, tutt’ora allo stato sperimentale, nell’ambito del servizio di spazzamento della Città di Livorno, limitatamente nello svolgimento dell’attività di svuotamento dei cestini gettacarte, non ha alcuna finalità di controllo del lavoro in quanto non è in grado di monitorare gli spostamenti degli operatori, di verificarne i percorsi né tantomeno di registrare eventuali pause.

Ciò per tre valide ragioni: il braccialetto è ad attivazione volontaria da parte dell’operatore, che deve procedere all’accensione mediante pressione di pulsante sullo strumento quando si trova in prossimità del cestino da svuotare; un ulteriore pressione di un altro pulsante sempre da parte dell’operatore mette allora in dialogo il braccialetto con il cestino, permettendo al dispositivo di registrare informazioni limitatamente al cestino, già comunque georeferenziato, quali le sue coordinate GPS e i dati di riconoscimento. Il dispositivo si spegne automaticamente nei successivi 90 secondi di inattività, se l’operatore non lo disattiva prima. In più, il braccialetto attivato dall’operatore e pronto ad operare rimane di fatto inutilizzabile e non invia nessun dato se non incontra un codice RFid da leggere che è unicamente parte integrante del cestino. In ultimo si sottolinea come l’attivazione sia del tutto rimessa all’operatore, in quanto il dispositivo non può essere attivato da remoto, e come l’operatore stesso abbia la possibilità di disattivarlo in qualsiasi momento. Tutto ciò rende impossibile un suo utilizzo a scopi di controllo.

È quindi evidente come l’unico scopo di questa tecnologia sia la registrazione dell’avvenuto svuotamento dei cestini, operazione che i nostri operatori già svolgevano, insieme ad altre attività, nell’ambito del loro turno di lavoro, con la differenza che il dato che è stato in precedenza e per anni affidato alla compilazione su rapportini giornalieri cartacei viene ora trasmesso automaticamente, senza margini di errore e senza altri adempimenti. Oggi è quindi tutto più semplice e più veloce, il braccialetto scarica i dati in una apposita banca dati, eliminando il tempo di compilazione e registrazione a ogni fine turno. Il braccialetto è equivalente ad un palmare o lettore che, con i guanti da lavoro, sarebbe oltretutto difficilmente utilizzabile. Si precisa altresì che i braccialetti non sono nominativi.

Infine sottolineiamo che il sistema selezionato per certificare la quantità e la puntualità del solo servizio di svuotamento cestini è conforme alle norme ed ai principi della dottrina e giurisprudenza. Ciò nonostante, anche al fine di garantire al nostro personale e alle Organizzazioni Sindacali che tale sistema non ricade nelle tipologie di strumenti da sottoporre ad autorizzazione o ad accordo, abbiamo già fissato un nuovo incontro con le Organizzazioni Sindacali stesse per fornire tutte le rassicurazioni necessarie anche affinché, piuttosto che timore e preoccupazione, si possa nutrire un sentimento di orgoglio nell’attestare la bontà e la qualità del lavoro svolto dalla nostra organizzazione, che è un tutt’uno tra operatori e azienda”.