Buongiorno Livorno sui controlli in porto
“Tra pochi giorni il Testo Unico sulla Sicurezza compirá 10 anni. Era il 9 aprile 2008 quando il D.Lgs. 81 fu emanato, con la finalità di riorganizzare, armonizzandole, le disposizioni dettate da numerose precedenti normative in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, succedutesi nell’arco di quasi sessant’anni, adeguandole ai progressi della tecnica e alla organizzazione del lavoro.
Purtroppo, però, ad oggi, il bollettino dei caduti sul luogo di lavoro presenta dati allarmanti, che diventano inaccettabili in organizzazioni produttive e logistiche complesse, come quelle portuali.
Il caso dei due operai deceduti ieri nel porto di Livorno, non è che l’ultimo di una serie infinita di infortuni accaduti nella nostra città, in particolare in ambito portuale.
Sono morti due giovani lavoratori. Il dolore non si cancella.
La reazione della politica è sempre la solita: ci si indigna, si parla di bollettino di guerra, e si va avanti, poi sempre nello stesso modo. Senza pretendere reazioni concrete. Limitandosi al lamento.
Perché alla fine questa tragedia rischia di non essere l’ultima, se la politica non prende decisioni coraggiose e dà segnali reali.
Innanzitutto quella di tornare indietro su un modello lavoristico che tutto fa fuorché dare alcuna sicurezza: precariato, appalti e sub-appalti, contratti di somministrazioni non portano che frammentazione dei processi organizzativi, perdita di professionalitá, diminuzione degli standard di sicurezza.
E poi i controlli e le sanzioni dove sono? Gli Ispettorati del Lavoro ad ottobre 2017 manifestano perché non riescono ad assolvere il proprio compito.
Protestano perché l’Ispettorato Nazionale del Lavoro, ente che ha assorbito tutti i compiti ispettivi e di vigilanza in materia, tra cui la contribuzione, l’assicurazione obbligatoria e la legislazione sociale, compresa la vigilanza in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro e gli accertamenti su infortuni sul lavoro, non riesce ad assolvere le proprie funzioni.
Perché? Perché il Governo ha tolto progressivamente risorse, personale, mezzi.
Non vogliamo più il cordoglio e le lacrime. Ci hanno stufato.
Vogliamo vedere crescere le cifre stanziate in investimenti per consentire veri controlli.
Vogliamo che sia accertata la bontà e efficienza delle procedure adottate, la formazione dei lavoratori, la correttezza dei DUVRI (documento unico per la valutazione rischi da interferenze) e delle valutazioni dei rischi, PRIMA che muoiano altri lavoratori.
Che dopo è sempre troppo tardi”.
Direttivo BL