Caccia, l’apertura di Rossi: verso una modifica del calendario venatorio
Dopo l’appello della LIPU di Grosseto e un consistente parere dell’ISPRA
La Giunta regionale sta lavorando a una modifica del calendario venatorio e già oggi potrebbero essere ufficializzate delle novità. Questo è quanto ha confermato a LivornoPress il presidente della Regione Enrico Rossi.
Questa conferma fa seguito alla presa di posizione di Rossi, il quale il 26 agosto scorso commentava: “Siccità e incendi si sono combinati in questa estate durissima. Gli animali hanno sofferto moltissimo. Non si può proclamare lo stato di calamità e non tenerne conto nella definizione del calendario venatorio.
In Toscana vogliamo fare un provvedimento che tuteli la fauna più a rischio a causa della siccità. Spero che siano d’accordo gli ambientalisti e i cittadini di buon senso ma anche i cacciatori veramente amanti degli animali e della natura”.
Il tema era stato lanciato anche dalla LIPU di Grosseto ma ha trovato un importante appoggio proprio dall’ISPRA. L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, tramite il dott. Piero Genovesi, responsabile dell’area pareri tecnici e strategie di conservazione e gestione patrimonio faunistico nazionale e mitigazione impatti, ha reso noto:
“L’esercizio dell’attività venatoria a carico di talune specie può rappresentare un ulteriore motivo di aggravamento delle condizioni demografiche delle popolazioni interessate, non solo nelle aree percorse dagli incendi, ma anche nei settori limitrofi e interclusi, allorquando l’azione del fuoco abbia interessato percentuali importanti di un’area (es. oltre il 30%) e quando gli incendi si siano succeduti nell’arco degli ultimi anni negli stessi comprensori. Lo scrivente Istituto è dunque del parere che le Amministrazioni competenti dovrebbero attivare specifiche iniziative di monitoraggio soprattutto a carico delle popolazioni di fauna selvatica stanziale o nidificante, potenzialmente oggetto di prelievo venatorio, assumendo di conseguenza eventuali misure di limitazione del prelievo stesso“.
In particolare dovrebbero essere emanati adeguati provvedimenti affinché il divieto di caccia nelle aree forestali incendiate (come già previsto dalla Legge 353/2000, art. 10, comma 1 per le sole aree boscate) sia esteso almeno per due anni a tutte le aree percorse dal fuoco (cespuglieti, praterie naturali e seminaturali, ecc.), nonché ad una fascia contigua alle aree medesime, le cui dimensioni debbono essere stabilite caso per caso in funzione delle superfici incendiate, della loro distribuzione e delle caratteristiche ambientali delle aree circostanti.
Non c’è però tempo da perdere, perché se il calendario venatorio non verrà cambiato, le prime doppiette potrebbero sparare già dal 17 settembre prossimo.