Campagna informativa di Scapigliato “È meglio che i cittadini sappiano”
“LEGALITÀ E TRASPARENZA”
Campagna informativa di Scapigliato “È meglio che i cittadini sappiano”
Rosignano (Livorno), 26 marzo 2021
Scapigliato Srl è stata di recente coinvolta in un’inchiesta, di cui sono tuttora in corso le indagini, per presunto illecito smaltimento di rifiuti liquidi, inchiesta che ha avuto una risonanza notevole sui media con rappresentazioni spesso non corrette delle procedure e dei sistemi con cui vengono gestiti la discarica e gli impianti.
La Società, anche per questo, intende chiarire il modo in cui opera attraverso una campagna informativa indirizzata ai cittadini.
Non abbiamo niente da nascondere e, anzi, vogliamo che le persone sappiano, poiché pensiamo che la conoscenza sia la base per superare pregiudizi e per garantire uno sviluppo sostenibile e condiviso dell’economia circolare.
È nell’interesse generale che i cittadini conoscano bene come opera un’Azienda pubblica del loro territorio, all’interno di un settore delicato come quello del trattamento e smaltimento dei rifiuti.
A prescindere dalle indagini della Magistratura, nei confronti della quale esprimiamo piena fiducia, anche se auspichiamo che le indagini giungano a conclusione quanto prima, vogliamo spiegare ai cittadini come gestiamo Scapigliato, partendo proprio dal percolato di discarica.
Avremmo voluto organizzare una bella Assemblea pubblica per discutere assieme. Il Covid-19 ce lo impedisce, ed allora veniamo noi a casa vostra con questa prima pubblicazione.
Nella prossima informeremo sugli altri aspetti delle attività di Scapigliato.
IL PERCOLATO – COS’È E COME VIENE GESTITO
I cittadini e le imprese della Toscana producono ogni anno circa 12 milioni di tonnellate di rifiuti, tra urbani (2,27 milioni di ton.) e speciali (9,8 milioni di ton.). Un quantitativo che deve essere gestito a norma di legge e in modo sostenibile, secondo la gerarchia indicata dall’Unione Europea che vede nelle discariche un elemento che sarà sempre più residuale, ma che ad ora risulta indispensabile per chiudere il cerchio dell’economia circolare e per impedire l’abbandono incontrollato di rifiuti sul territorio.
A Scapigliato giungono sia rifiuti solidi urbani indifferenziati (quelli provenienti dalle nostre case), sia rifiuti speciali non pericolosi (provenienti, cioè, da attività industriali, agricole, artigianali, commerciali e di servizi).
Scapigliato rappresenta un Polo impiantistico il cui funzionamento è regolato da un’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), rilasciata dalla Regione Toscana, e sottoposto a controlli continui da parte delle autorità preposte.
Al suo interno opera tra l’altro una discarica, ovvero un sito in cui avviene il cosiddetto “smaltimento controllato”, che consiste in una sistemazione dei rifiuti sul suolo, in strati sovrapposti.
Un impianto di questo tipo va attrezzato e gestito in maniera da garantire il controllo dei fenomeni fisici, chimici e biologici che in esso si sviluppano. Uno degli aspetti più importanti della gestione di una discarica è il controllo del percolato e del biogas prodotti.
Il biogas è il gas generato naturalmente dalla decomposizione dei rifiuti presenti in discarica, di cui tratteremo più avanti. Il “percolato”, invece, è il liquido che si origina dall’acqua piovana che filtra attraverso la discarica e dalla decomposizione delle componenti organiche dei rifiuti stessi.
Questo liquido si deposita sul fondo della discarica, che è opportunamente impermeabilizzato con teli e che, nel nostro caso, si trova dentro ad uno strato molto compatto di argilla di molte decine di metri.
Il percolato della nostra discarica, che è un liquido non pericoloso, deve comunque essere inviato a impianti esterni per il suo trattamento e depurazione, oppure trattato dagli impianti interni della discarica.
Come gestiamo il percolato
Il percolato, una volta depositatosi sul fondo della discarica, viene aspirato da pompe e convogliato in un sistema di vasche, attraverso cui viene fatto passare, per poi andare a confluire in 9 grandi silos.
All’interno di Scapigliato fino al 2017, momento in cui è stato dismesso, era attivo anche l’impianto di trattamento, ovvero un impianto di concentrazione e depurazione, al quale il percolato raccolto dalle pompe veniva inviato.
La depurazione, in quella tipologia di impianto, avveniva attraverso un processo di evaporazione che crea due componenti: un concentrato e un liquido.
Il liquido veniva poi depurato ulteriormente e inviato al laghetto di Scapigliato, il concentrato, invece, veniva in parte reimmesso in discarica ed in parte inviato a depurazione esterna.
Dal momento in cui si è interrotta la funzionalità dell’impianto di trattamento interno ad oggi, tutto il percolato prodotto dalla discarica va a depurazione esterna (è in fase di appalto la realizzazione del nuovo impianto).
Nel ciclo industriale di gestione del percolato si genera anche il cosiddetto “fondame”. Vediamo precisamente di cosa si tratta:
Il percolato, prima di entrare nei grandi silos, passa in due serbatoi ed in una vasca, dove si depositano parte dei residui più solidi (per questo si chiamano vasche di sedimentazione) e si produce quello che viene definito fondame.
Il fondame, attraverso una costante e ciclica pulizia dei serbatoi e delle pompe con l’acqua, viene aspirato ed è sempre stato ricollocato in discarica, senza determinare ovviamente alcun problema ambientale.
Il fondame, quindi, non è un rifiuto, perché non viene smaltito, ma è sostanzialmente percolato reimmesso nel corpo della discarica da dove è stato aspirato.
Tutto il resto del percolato che viene smaltito si caratterizza, invece, come rifiuto e, come abbiamo già visto, viene inviato a depurazione esterna.
Il clamore mediatico che si è sviluppato e che, purtroppo, ha dato un’immagine molto negativa dell’attività di Scapigliato relativamente alla gestione del percolato, è generato dall’indagine che la Magistratura sta portando avanti su questo specifico punto: è legittimo ricollocare in discarica il fondame prodotto dal ciclo industriale della gestione del percolato? Noi crediamo lo sia.
Recentemente le indagini si sono ampliate e gli inquirenti hanno ipotizzato che avremmo sversato il percolato direttamente nel torrente ripaiolo attiguo al nostro impianto.
Se potessimo ipotizzare che una Società pubblica, che fa della trasparenza il proprio marchio, che oggettivamente non ha nessun interesse né beneficio a gestire attività illegittimamente, mentre sono in corso indagini proprio sulla gestione del percolato, sversi volontariamente il percolato dentro un torrente, allora saremmo non solo dei criminali, ma anche dei totali decerebrati.
La Magistratura comunque accerterà la verità e noi siamo collaborativi e fiduciosi.