Cantine riemerse in Buontalenti: un’eredità ebraica del Settecento?
Livorno 13 giugno 2023 Cantine riemerse in Buontalenti: un’eredità ebraica del Settecento?
Le cantine ritrovate del Buontalenti erano degli ebrei del ’700?
Potrebbero appartenere alla comunità ebraica del Settecento le cantine riaffiorate nei giorni scorsi sotto piazza Buontalenti, nel cuore del centro cittadino. È quanto sembrerebbe emergere dalle ricerche storiche e documentali curate da Antonio Morozzi, che ha condiviso sui social una dettagliata raccolta di mappe, piante e progetti urbanistici relativi alla zona, ringraziando per il supporto l’Archivio di Stato di Livorno e in particolare l’architetto Ciorli.
Secondo quanto riportato da Morozzi, le cantine si troverebbero esattamente dove un tempo sorgeva un lungo isolato su due piani, di origine settecentesca, attribuito alla presenza della comunità ebraica, poi demolito poco prima degli anni ’70. Il complesso potrebbe aver fatto parte di un più ampio tessuto urbanistico riconducibile agli insediamenti ebraici presenti in quella zona già nel XVIII secolo.
Tra i materiali condivisi vi sono:
una veduta plastica della città progettata dal Buontalenti datata 1606;
le mappe catastali leopoldine (tra cui quella del 1830 con la rettifica dei fossi e la presenza dell’Arena San Cosimo e del Pallaio);
progetti della rettificazione stessa;
mappe datate 1836, 1872, 1889, 1901, 1936–1961;
una vista aerea del 1954;
e infine la configurazione odierna dell’area.
Tutti elementi sembrano confermare che; le strutture ritrovate siano state parte integrante di un insediamento demolito nel corso della grande trasformazione urbana. Trasformazione che, tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta, ha modificato radicalmente l’assetto del quartiere.
Tuttavia, qualsiasi attribuzione definitiva sulla natura e l’origine delle cantine emerse durante i lavori in via Buontalenti dovrà passare al vaglio della Soprintendenza, l’unico ente titolato a effettuare valutazioni ufficiali. Dopo il profondo intervento edilizio che ha segnato lo “scempio” urbanistico di quell’area nel secolo scorso, sarà proprio la Soprintendenza a stabilire se e come valorizzare il ritrovamento e quale potrà essere il suo destino nel contesto cittadino attuale.
In attesa di un pronunciamento ufficiale, il lavoro di ricerca come quello svolto da Morozzi permette almeno di recuperare la memoria storica di un luogo troppo spesso dimenticato, ma che continua a restituire frammenti della sua antica identità.
Le mappe raccolte da Antonio Morozzi per la sua tesi