Cronaca 29 Aprile 2021

Caso Fares, PaP: “inaccettabili i commenti razzisti comparsi a decine sui social”

A venticinque anni, a Livorno, in pieno centro, è morto Fares e non è possibile voltarsi dall’altra parte.

Livorno 29 aprile 2021

Potere al Popolo Livorno sulla vicenda del 25enne tunisino morto affogato mentre scappava dalla polizia

La morte di Fares, avvenuta nella notte del 24 aprile, durante un controllo di polizia è un fatto estremamente grave, una sconfitta per la nostra città.

C’è estremo bisogno di fare chiarezza sull’accaduto e raggiungere la verità.

Auspichiamo che ci sia la massima trasparenza su questa vicenda e la seguiremo fino a che ogni passaggio non sarà stato verificato e chiarito.

 

Ciò che è invece viscido e inaccettabile sono i commenti razzisti comparsi a decine sui social, vomitati lì come a voler giustificare la morte di un ragazzo, con la sua nazionalità. Come se Fares non fosse riconosciuto come una persona.

Proprio su questo è importante aprire una riflessione politica perché la paura, il dubbio e la legittima rabbia degli amici e della sua comunità sono giustamente alte.

Il rapporto di conflitto e di attrito tra esponenti di comunità straniere e forze dell’ordine è dato da un semplice aspetto: l’assenza di un privilegio.

Il privilegio di essere bianco e cittadino italiano.

Questo crea un meccanismo di illegalità in quanto semplice essere umano nato nel posto sbagliato e colpevole di voler cercare un riscatto altrove.

Pratica comune in molti italiani emigrati nel secolo scorso.

Le attuali leggi che chiedono alla Fortezza Europa di nascondere fuori dai propri confini i problemi, con il Mar Mediterraneo e la Turchia come guardiani, portano spesso però i migranti a non trovare un contratto e un affitto regolare, ma solo sfruttamento senza nessuna sicurezza o garanzia rischiando di finire a cercar di sopravvivere senza avere colpe se non quella di aver rifiutato guerra e miseria.

Oggi, un ragazzo straniero non ha nessun potere sulla propria vita, essendo soltanto un clandestino invisibile, costretto a dover giustificare ogni piccola cosa, d’innanzi a chiunque.

 

Inoltre, la contraddizione sta proprio nel fatto che chi gode della morte di un ragazzo, o della violenza su un ragazzo, è lo stesso carnefice che lo obbliga e lo costringe a non avere prospettive di vita.

Ed è importante ricordare che in tutto questo sistema marcio ed ipocrita, la vittima è sempre chi per questioni di classe e sociali non riesce ad arrivare alla fine del mese, subisce discriminazioni continue ed ha legittimamente paura.

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