Caso striscione, la posizione di Articolo Uno – MDP
Chiamata in causa anche la vicesindaco Sorgente
Articolo Uno – Mdp, interviene sul caso striscione e lo scontro con la polizia (e parla anche di Stella Sorgente futura candidata sindaco)
“Livorno. Effetto Venezia. Prima Serata. Teatrofficina Refugio.
Il Refugio ha sede in un vecchio edificio occupato dove una volta c’erano le pubbliche galere. L’occupazione va avanti da anni, nel susseguirsi delle amministrazioni. Al Teatrofficina Refugio si fanno spettacoli teatrali, iniziative culturali, musica. Pare siano molto bravi e facciano cose molto interessanti.
Siccome il Refugio è in pieno Quartiere Venezia, da sempre i ragazzi fanno parte del Festival cittadino più importante dell’Estate. Propongono i loro lavori, la loro “contro-cultura”. Raccattano soldi per finanziare il progetto. Tutti gli anni appendono uno striscione alle finestre dell’edificio che esplicita la loro visione della fase politica e sociale che attraversa il Paese o il Mondo, a seconda della priorità rilevata. Lo striscione di quest’anno recita: “EFFETTO PD E LEGA-5 STELLE, 11 AGGRESSIONI IN 50 GIORNI: IL VOSTRO RAZZISMO E’ EMERGENZA. IL VERO CAMBIAMENTO: CASA, LAVORO E REDDITO PER TUTTI. LEGA ILLEGALE”.
Ora, da pochi giorni a Livorno è arrivato un nuovo Questore nominato dall’attivissimo Ministro dell’Interno del nuovo Governo Lega-5Stelle. Evidentemente il nuovo Questore ha ritenuto eccessivamente oltraggioso lo striscione esposto verso chi lo ha nominato. E, forse voglioso di dimostrarsi all’altezza dei tempi che corrono, ha inviato una cinquantina di poliziotti in tenuta antisommossa che, intorno alle 2 della notte, quando ancora sugli Scali del Refugio era pieno di gente, ha pensato bene di intimare la rimozione dello striscione e di fronte al rifiuto opposto ha iniziato a caricare e manganellare con l’aiuto di decine di agenti in tenuta antissommossa. Sì, avete letto bene, decine di agenti impiegate alle 2 di notte , in mezzo ad una festa di quartiere per togliere uno striscione. Roba da Ponci, si dice a Livorno.
E’ chiaro che qui la questione non è essere d’accordo o meno con quello che c’è scritto sullo striscione; e noi siamo d’accordo. E non è nemmeno il giudizio che si da sulla complessiva vicenda del Refugio, sull’occupazione di spazi pubblici senza titolo o diritto, e su questo manifestiamo le nostre perplessità. Il punto è che Livorno è una città civile. Ribelle, ma civile. E quello che è successo ieri sera è intollerabile. Se si pensa che ciò serva a “dare una lezione” ad una città simbolo della Sinistra (in verità ormai più simbolo che sostanza), bisogna rispondere che siamo caduti male.
Tutti coloro che non vogliono precipitare in un clima di scontro sociale costruito ad arte e a proposito devono levare alta la loro voce per condannare quanto avvenuto. E soprattutto, devono levare alta la loro voce le istituzioni cittadine. Abbiamo bisogno di sentire le chiare parole di condanna del Sindaco Nogarin. Abbiamo bisogno di sentire le chiare parole di condanna della Vicesindaco Sorgente che al mondo della Sinistra radicale livornese è storicamente legata e che si prepara ad una campagna elettorale per succedere al Suo Sindaco.
Purtroppo temiamo di restare in attesa come di un Godot che non arriverà mai. Questi Cittadini stellati hanno prestissimo imparato l’arte della realpolitik, con la conseguenza che non si disturba il manovratore nazionale impegnato nella prima esperienza di governo, neanche se questo significa appoggiare le scelte scellerate della guida leghista, più esperta e efficace dei cittadini-ministri. Roma val bene qualche immigrato ucciso e qualche scontro di piazza.
Speriamo di essere smentiti. Nel frattempo manifestiamo tutta la nostra indignazione e la nostra ferma resistenza a tempi così duri. E prepariamo anche una proposta politica nuova, autenticamente di Sinistra, che in totale discontinuità con l’Amministrazione attuale e in profondo rinnovamento con quelle precedenti sappia ridare a Livorno una prospettiva di crescita, di sviluppo e di equa redistribuzione della ricchezza, nel pieno rispetto delle regole. Perché in assenza di regole sono i più deboli che soccombono. Sempre”.