Presentate una serie di iniziative per tutelare i lavoratori e individuare le aziende scorrette
Un canale di ascolto anonimo dove conoscere i propri diritti e denunciare eventuali abusi sul posto di lavoro. Si chiama #NOICISIAMO ed è stato presentato ieri dalle sindacaliste della Cgil Monica Cavallini e Patrizia Villa.
La Cgil ha messo a disposizione tre contatti: 0586-228402, 3494195582 e cgil.li@livorno.tosc.cgil.it . Contatti dove chiedere aiuto o trovare risposte, ma anche solo per ascoltare
L’iniziativa della Cgil non finisce qui. A partire da settembre un furgone sarà tappezzato di locandine e si sposterà in varie parti della città per sensibilizzare tutti: non solo i lavoratori, ma anche le famiglie.
Il progetto prevede anche sinergie con altri enti (Ispettorato del Lavoro, Inps) per attivare controlli nella aziende scorrette e per premiare quelle che invece si comportano bene.
I capitoli dedicati nel settore del lavoro (anche) livornese sono molti.
Sicurezza. Il lavoratore a breve termine spesso non viene istruito sulla safety. Per molte aziende non conviene investire fondi nella formazione di lavoratori destinati a star poco. I controlli sindacali sono spesso inefficaci, perché “in molte aziende troviamo le porte chiuse e sono prive di rappresentanze sindacali interne”.
Il lavoro femminile. Il rispetto del tempo di vita nelle donne è diventato particolarmente problematico anche nelle aziende a grande presenza femminile. I posti negli asili nido sono pochi e con il lavoro notturno che ormai è esteso alle donne, le turnazioni diventano incompatibili con l’essere madri. Alla fine si creano situazioni tali che la lavoratrice è costretta a dimettersi.
Vertenze aperte. Il sindacato segnala il comportamento di Porca Vacca, ma anche quello di enti pubblici come l’Accademia Navale, alla quale si richiede più trasparenza sull’assunzione di insegnanti madrelingua per i cadetti. Più in generale, le due sindacaliste chiedono il rispetto della trasparenza (anche online) per tutti gli enti pubblici.
Deboli ricattabili. Le categorie più esposte sono i lavoratori licenziati ricollocati, i capofamiglia monoreddito e i dipendenti di aziende in appalto e delle grandi catene. La situazione si aggrava se si tratta di lavoratori con una bassa specializzazione o una specializzazione non più richiesta dal mercato.
Cooperative che lavorano col pubblico. Il sindacato segnala forti riduzioni seguite ai tagli di bilancio; per esempio nella sanità. Nella ristorazione sono aumentati i carichi di lavoro per la mancata sostituzione dei lavoratori pensionati o usciti dalle aziende. Il risultato è un carico di lavoro molto aumentato, specialmente negli orari coi picchi di lavoro.
Licenziamenti per inidoneità alla mansione. Nei lavori logoranti, o a seguito di infortuni, capita che un dipendente non possa più svolgere la mansione per cui è stato assunto. La via più breve per molte aziende è far accertare da un medico l’inidoneità e licenziare il lavoratore. Sergio Bavone ha spiegato che ci sono fondi Inail che consentono di trovare un accomodamento ragionevole del lavoratore anche stanziando fino a 150mila euro (95mila per opere strutturali come un ascensore, 40mila gli ausili al lavoratore e 15mila sulla formazione del lavoratore per un cambio mansione). A ottobre sul tema verrà organizzato un convegno.
Troppi buoni pasto. Diversi supermercati stanno iniziando a rifiutare il pagamento della merce coi buoni pasto (il cui incasso è notoriamente dilazionato). Questo è uno dei segnali – a detta della Cgil – della diffusa abitudine di pagare lavoratori precari con questa modalità. Sembra che il fenomeno sia diffuso tra i dipendenti di bar e ristoranti.
Numero speciale per gli oncologici. L’iniziativa fa parte di un accordo tra Cgil Cisl e Uil. Per la parte che le attiene, la Cgil ha messo a disposizione un numero per dare supporto sulle pratiche amministrative e per denunciare problemi sul posto di lavoro per chi ha un tumore. Il numero da chiamare è lo 0586-228483