“Ciclabili inutili e pericolose, sono solo frutto di politiche ideologiche”
Livorno 6 giugno 2025 “Ciclabili inutili e pericolose, sono solo frutto di politiche ideologiche”
L’analisi di Aci su tratti pericolosi di ciclabili e su quelli inutili
“Come Aci, abbiamo riflettuto molto sull’efficienza della pista ciclabile che collegherà Livorno con Marina di Pisa, allacciandosi ad altri tracciati per raggiungere altre località. Per questo, ci siamo informati sul movimento di persone che vengono dai paesi nordici in bicicletta per raggiungere i nostri lidi.
Ci siamo anche informati su quanti vengono in macchina e si portano le bici al seguito, oppure utilizzano le ferrovie dello Stato, ben attrezzate con vagoni adatti al trasporto di biciclette.
Abbiamo fatto anche una proporzione su quanti invece percorrono quella strada tutti i giorni perché obbligati per lavoro, che — non essendo compatibile con la bici obtorto collo — sono costretti a usare la propria auto, e quanti percorrono quel tratto di strada per diletto, andando al mare a Tirrenia e non solo. La proporzione è talmente infinitesimale che non è nemmeno apprezzabile.
Questo è il primo punto su cui devono riflettere le nostre amministrazioni; successivamente, abbiamo preso in considerazione anche i finanziamenti ad hoc. Non essendo assolutamente contrari alle piste ciclabili, riteniamo che siano necessarie — facciamole —
ma seguendo una logica di viabilità sicura per tutti gli utenti della strada e non sulla scorta di progetti ideologici.
Il ciclista di “Düsseldorf”, dopo aver viaggiato nelle belle piste del Garda e non solo, si trova in mezzo ai camion o con accanto una strada trafficata da auto che girano per entrare nei posti di lavoro, con una visibilità non garantita dalle manovre dei mezzi pesanti.
A questo ciclista turista, proveniente da realtà ben diverse, sorge sicuramente una domanda; “Ma perché non le hanno fatte in modo diverso, tipo vicino al mare… o comunque più sicure?”
Spostando l’attenzione su un altro nodo nevralgico della circolazione stradale che non possiamo certo definire “dolce”, riguarda la moltitudine degli utenti della strada che percorrono il litorale per andare al lavoro. Ogni giorno, passando davanti al Nautico e davanti al Palazzo dei Portuali, si chiedono: «Ma fare tutto a due corsie? (non parliamo delle rotatorie, la cui rimozione costa…)» così eviterebbero di “svernare” in macchina.
Non credo che l’amministrazione possa dire che costi troppo allargare la corsia in fondo al ponte della Trinità, lato mare; eliminare la pista ciclabile degli Scali Novi Lena e di piazza Mazzini, dirottando la stessa pista sul ponte dei Francesi e facendola passare all’interno del porto, così da eliminare l’“imbuto”. Forse anche il ciclista venuto da lontano sarebbe più felice percorrendo questo tracciato, sicuramente più panoramico e, cosa non di poco conto, più sicuro.
In ultimo, affrontando la realtà; oltre alla gran parte dei cittadini che lavorano nella portualità, ci sono anche le famiglie che prediligono la spiaggia e vanno a Tirrenia al mare.
Sono un numero importante, ma siamo certi che questi frequentatori delle sabbie pisane abbandoneranno l’auto per spostarsi in bicicletta con un carrello trainato per portare ragazzini e ciambelle? Se poi lo stesso padre di famiglia metterà in conto la sicurezza, siamo certi che saranno ben pochi quelli che si cimenteranno in questa impresa.
Infine, parlando di biciclette, abbiamo anche visitato la nuova ciclo stazione situata in prossimità della stazione ferroviaria e, come avevamo predetto, l’investimento non si è rivelato centrato.
Le scelte politiche condizionano la vita di una città per moltissimi anni, auspichiamo quindi un ripensamento circa progetti rivisitabili e come sempre ci dichiariamo disponibili al confronto ben consci che la nostra disponibilità non è ben accetta.