Cronaca 6 Agosto 2025

Ciclista infuriato prende a calci e pugni un’auto in viale della Libertà: tra ragione e torto, il confine è sottile

Ciclista infuriato prende a calci e pugni un’auto in viale della Libertà: tra ragione e torto, il confine è sottileLivorno 6 agosto 2025 Ciclista infuriato prende a calci e pugni un’auto in viale della Libertà: tra ragione e torto, il confine è sottile

Scene di tensione si sono verificate intorno alle 11:30 di martedì 5 agosto 2025 in viale della Libertà, dove un ciclista, visibilmente alterato, ha preso a calci la portiera di un’auto e colpito con violenza il cofano del veicolo prima di risalire sulla propria bici e inseguire il mezzo. La dinamica esatta di ciò che ha innescato l’episodio resta incerta, ma quanto accaduto solleva ancora una volta una serie di interrogativi sul fragile equilibrio della convivenza tra utenti deboli della strada e mezzi a motore.

La scena, raccontata da una testimone, si è consumata mentre un’auto era ferma dietro a un camion per la raccolta del vetro, seguita da altre 6-7 vetture in coda. Non è chiaro se tra i due ci fosse stato un contatto precedente o un diverbio per una manovra ritenuta pericolosa; o se il ciclista nonostante una sua manovra non conforme al codice della strada volesse avere ragione a tutti i costi. “Mi sono accorta del fatto quando ho udito il ciclista inveire contro il conducente, urlando frasi come “ti denuncio”, visibilmente fuori controllo”. La testimone racconta da parte dell’automobilista non ha udito risposte. “Forse ha risposto con toni di voce bassa ed io non ho sentito oppure non ha proprio risposto, non lo so”

Una volta che l’auto ha potuto sorpassare il camion, il ciclista si è lanciato in avanti, ha lasciato cadere la bicicletta a terra, si è portato dal lato del conducente e ha sferrato un calcio allo sportello, colpendo poi il cofano con violenza.

 

Un comportamento certamente eccessivo, qualunque fosse la causa iniziale. Non è escluso che il conducente, evidentemente scosso, sia ripartito velocemente cercando di allontanarsi da quella che ormai era diventata una vera e propria aggressione. Il ciclista lo ha inseguito, scomparendo dalla vista della testimone. L’episodio potrebbe essersi concluso lì o continuato più avanti; forse all’incrocio con i cimiteri della Misericordia, se il semaforo rosso ha nuovamente bloccato la corsa dell’auto.

Questo episodio, pur nella sua apparente marginalità, pone l’accento su tre aspetti centrali del dibattito sulla mobilità urbana.

 

In primo luogo, la vulnerabilità dei ciclisti, esposti quotidianamente a rischi reali a causa di comportamenti distratti o aggressivi degli automobilisti. Tuttavia, proprio questa fragilità non può e non deve diventare una giustificazione per comportamenti fuori controllo.

Quando il diritto alla sicurezza si trasforma in reattività aggressiva, anche chi ha subito un torto finisce col perdere la ragione. È il caso del ciclista di viale della Libertà, che da possibile parte lesa si è trasformato in aggressore, compiendo atti che non solo mettono in pericolo gli altri, ma anche se stesso.

Infine, la questione della tracciabilità: se un conducente d’auto può essere immediatamente identificato grazie alla targa del veicolo, lo stesso non vale per chi circola in bicicletta. In casi come questo, in cui si verificano danneggiamenti, aggressioni o comportamenti pericolosi, l’assenza di una targa o di un’identificazione univoca rende impossibile per le forze dell’ordine intervenire a posteriori. È un tema complesso e spesso divisivo, ma che merita di essere riaperto in modo serio e oggettivo, soprattutto in un contesto urbano in cui le biciclette – giustamente – aumentano di anno in anno.

La mobilità sostenibile è il futuro delle nostre città, ma la convivenza sulle strade non può fondarsi solo sulla buona fede. Servono regole chiare, rispetto reciproco e strumenti che permettano di sanzionare chi le infrange – automobilisti, motociclisti e ciclisti, senza eccezioni.

In foto una immagine di archivio di Viale della Libertà

Ciclista infuriato prende a calci e pugni un’auto in viale della Libertà: tra ragione e torto, il confine è sottile

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