Cronaca 5 Febbraio 2021

Classe devastata e registro bruciato, interviene il tribunale dei minorenni

"La devastazione era stata filmata da uno dei ragazzi e sembra condivisa via social"

tribunale-dei-minori-firenzeLivorno 5 febbraio 2021

Questa mattina, i Carabinieri del Comando Provinciale di Livorno, a seguito delle indagini dirette dal Procuratore della Repubblica per i minorenni di Firenze Antonio SANGERMANO; hanno dato esecuzione a un provvedimento di perquisizione locale e personale a carico di sei studenti.

I sei studenti, lo scorso 11 gennaio si sono resi responsabili di danneggiamento di arredi scolastici in un istituto di istruzione secondaria della città.

Proprio durante l’orario di lezione, i giovani hanno rotto l’arredo del laboratorio, tra cui: dieci banchi e sette sedie; uno scranno destinato ai docenti; la serratura di un armadio; nonché il registro di classe su cui è versato del liquido disinfettante per poi darlo alle fiamme.

In ordine alle suddette condotte sono stati contestati i reati di danneggiamento previsto dall’Art. 635 del codice penale, aggravato dall’aver agito su cose esistenti in uffici pubblici e destinate a cose pubblico servizio di cui all’Art. 625 n.7.

Inoltre, la distruzione del registro di classe ha portato alla specifica contestazione del reato di cui all’Art. 490, “Soppressione, distruzione e occultamento di atti veri”.

L’azione criminosa considerata nel suo complesso, ha inoltre evidenziato l’ulteriore contestazione del reato di “Interruzione di pubblico servizio in concorso”.

La Procura infine ravvisato le aggravanti comuni previste dall’art. 61 n.1 e 10 del C.p. per aver agito per motivi futili e con volontà vandalica nei confronti delle pubbliche Istituzioni.

Uno dei ragazzi ha ripreso l’intero raid per poi condividerlo sui social network, dove gli studenti hanno rivendicato con orgoglio l’atto vandalico al fine di dimostrare la propria forza ed egemonia di “bulli”.

 

Le perquisizioni odierne hanno consentito di rinvenire e porre sotto sequestro smartphone e tablet a carico di tutti gli indagati, nonché due coltelli e un tirapugni.

Fondamentale per la ricostruzione dei fatti il contributo fornito dal dirigente scolastico e da alcuni docenti, i quali hanno immediatamente denunciato l’accaduto ai militari dell’Arma e consentito così l’avvio delle indagini.

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