Cronaca 1 Dicembre 2017

Colle, polemica sulla ordinanza 2016 che “fa gravare sui privati la manutenzione dei fossi”

Un gruppo di cittadini ne mette in dubbio la legittimità. Perplessità anche sulle opere pubbliche che “tagliano l’erba sul margine della strada invece di pulire i canali”.

Prima un’ordinanza, datata 2016, che dopo i fatti dell’alluvione suona come inopportuna ed ora la circostanza di lavori di pulizia pubblica che tagliano l’erba a bordo strada, ma non toccano gli arbusti cresciuti sul fondo dei fossi e dei canali di scorrimento.

Questi due elementi stanno alimentando una polemica tra l’amministrazione comunale di Collesalvetti, personificata dal sindaco Lorenzo Bacci insieme con l’assessore Demi e un gruppo di cittadini tra i quali Andrea Auteri. Nelle foto scattate da quest’ultimo in questi giorni in zona Stagno si vede come il ciglio della strada sia regolarmente mantenuto con l’erba tagliata; poco dopo però si nota che il fosso non è stato pulito e in alcuni casi la terra c’è da così tanto tempo che sono nati degli arbusti.

A chi spetta pulire il fosso (pubblico)? Stando a quanto stabilito nell’ordinanza “pulizia e manutenzione reticolo idraulico” n.12/2016, (si ordina a) “tutti i cittadini, proprietari o conduttori di terreni frontisti di strade comunali e vicinali, a provvedere alla periodica manutenzione del reticolo di scolo della pioggia, con un intervento obbligatorio da effettuarsi entro il mese di novembre”. Nello specifico, l’obbligo si articola nella “completa ripulitura dei fossi dalle erbe e da qualsiasi ostacolo e impedimento; scavo e approfondimento a giusta misura della sezione trapezoidale dei fossi di scolo, con affondamento adeguato alla quantità di acqua che devono ricevere [viene da chiedersi come facciano a saperlo, ndr] e particolare attenzione al livello originario di scorrimento delle acque, impedendo qualsiasi ristagno o rallentamento (con scarpa 1/1 in modo che le acque pluviali non si riversino sul piano stradale ma corrano liberamente nelle fossette stesse; e nella ripulitura dei tombini nei tratti intubati e dei ponticelli dei passi carrabili con eventuale sostituzione delle opere che presentano sezione idraulica inferiore a quella del fosso”.

Visto l’onere, si penserebbe a una collaborazione da parte del Comune nel ritiro di quanto raccolto o tagliato. No, anzi si legge: “Il materiale risultante dalla pulizia non potrà essere depositato sulle banchine stradali, ma bensì dovrà essere trasportato a cura e spese degli interessati in luogo idoneo al suo recepimento”. L’ordinanza neppure specifica dove conferire a proprie spese il materiale”.

La parte più interessante dell’ordinanza si trova in fondo, dove recita: “qualora i proprietari, che hanno l’obbligo giuridico di provvedere a quanto sopra descritto, non dovessero adempiere entro il termine indicato, i lavori ritenuti necessari potranno essere eseguiti d’ufficio a spese degli inadempienti” e poi “qualsiasi danno dovesse verificarsi a causa del mancato adempimento dei lavori descritti nell’ordinanza, sarà direttamente risarcito dagli inadempienti, unitamente a tutte le spese che verranno sostenute dall’amministrazione”. L’ordinanza si conclude con “i contravventori sono passibili di sanzione amministrativa da € 25 a € 500”. Un’ordinanza che stabilisce un risarcimento diretto  di un privato per un bene che si presume pubblico,  senza alcuna responsabilità dell’amministrazione, suscita qualche perplessità. Interpretando alla lettera il provvedimento, si potrebbe persino ipotizzare che una parte dei danni causati dall’alluvione di settembre scorso a Stagno e Collesalvetti dovrebbe essere risarcita direttamente dai privati frontisti o addirittura dai conduttori.

Il gruppo di cittadini si è rivolto ad una associazione di consumatori per una consulenza legale e tra qualche giorno dovrebbe partire una lettera ufficiale con delle rimostranze o una richiesta di chiarimenti molto dettagliata.

Auteri fa notare delle somiglianze con un’altra ordinanza a firma di Bacci (5/2017), che delega ai proprietari l’onere della prevenzione per la zanzara tigre, senza neppure fornire i fitosanitari o contribuire per il loro acquisto. In questa ordinanza, se non altro, si legge “fatti salvi gli interventi di competenza del Servizio Sanitario pubblico” e c’è un impegno diretto ed esplicito del Comune per la disinfestazione delle aree pubbliche.