Comprensivi, il parere delle insegnanti della scuola primaria e dell’infanzia di Carducci
La scuola si fa già in tre
Riflessioni dell’assemblea delle docenti e dei docenti del Circolo Didattico Carducci in merito alla proposta di riorganizzazione della rete scolastica della città con l’istituzione di nuovi Istituti Comprensivi
Le insegnanti e gli insegnanti del Circolo Didattico Carducci esprimono la loro preoccupazione per la proposta di riorganizzazione della rete scolastica della città di Livorno mediante la formazione di nove Istituti comprensivi e dichiarano di condividere i documenti redatti a riguardo dalle tre scuole medie cittadine Borsi, Micali e Mazzini. Noi insegnanti temiamo che tale dimensionamento stia avvenendo principalmente per ragioni di natura economica, di riduzione delle spese gestionali e che soprattutto non siamo convinte che tale nuova organizzazione possa garantire migliori condizioni didattiche ed educative ai nostri bambini e alle nostre bambine. Vogliamo condividere pertanto alcune nostre riflessioni e perplessità partendo dal documento allegato pubblicato dal Comune a favore dell’istituzione dei comprensivi
a) Si legge nel documento (punto 4) che si prospetta per le famiglie un miglioramento nei rapporti interpersonali con i docenti, con la segreteria con la Dirigente Scolastica «applicabile nelle pratiche di segreteria, nei colloqui con i docenti con l’intera comunità scolastica che diventa la stessa per 11 anni». Ci chiediamo: come sarà possibile tale miglioramento per scuole che rimarranno sparse nel territorio come lo sono quelle livornesi? Come sarà possibile con una gestione centralizzata, a livello di dirigenza e segreteria, che dovrà soddisfare un numero moltiplicato di richieste essendo aumentati il numero degli alunni e delle alunne? Quanto alla disponibilità dei docenti ai colloqui non ci sembra che possa essere migliorata dall’essere un comprensivo: c’è adesso come ci sarebbe nei comprensivi. Ci chiediamo invece che ripercussioni possa avere un sistema di gestione più complesso che provocherà conseguenze in termini di disagio nella fruizione dei servizi, non solo alle famiglie ma anche alle/ai stesse/i docenti rendendo più difficoltoso il dialogo tra le parti.
b) Si legge nel documento (punto 5): «Possibilità di avere un curricolo in verticale che cura gli aspetti personali stimolando un apprendimento “integrato”». Questo aspetto non ci pare una novità. Da anni il nostro Circolo, ad esempio, pur dislocato in varie sedi, anche geograficamente distanti, ha sempre attivato e dato molta importanza e rilievo al progetto di continuità educativa tra i vari ordini di scuola stabilendo una buona rete anche con le scuole secondarie di 1° grado viciniori al Circolo, pur non essendo un istituto comprensivo. Sono anni che si portano avanti attività e progetti comuni, che si rivolge attenzione al curricolo verticale e si curano gli aspetti personali dell’insegnamento e della didattica.
c) Si legge nel documento (sempre al punto 5): Quanto detto sopra si tradurrà «dunque in una migliore valutazione creando un “ponte” tra un passaggio e l’altro». Vorremmo capire in che modo questo potrà avvenire dal momento che la valutazione dei due ordini di scuola primaria e media di primo grado avviene, dopo la riforma dello scorso anno, con sistemi valutativi totalmente diversi. Altro discorso ancora riguarda poi la scuola dell’infanzia dove la valutazione ha ancora un altro significato. Finché i sistemi non verranno uniformati il dialogo muoverà da presupposti diversi: i “ponti” saranno costruiti con il confronto tra insegnanti di infanzia, primaria e media come è sempre stato.
d) Si legge nel documento (sempre al punto 5): «Nuove possibilità di avere docenti specializzati con progetti per Musica-Ed. Motoria, Lingua straniera, arte/immagine»: crediamo che questo potrà essere promesso solo dopo il futuro riassetto e con la disponibilità reale dell’organico funzionale.
e) Si legge nel documento (al punto 6): «stesso n° di docenti in organico stesso n° di ass. amm.vi in organico stesso n° di collaboratori scolastici». Si legge di un impegno dell’USR riguardo ai collaboratori scolastici. L’impegno per un buon funzionamento non dovrebbe riguardare solo il mantenimento dello stesso numero dei collaboratori ma del loro necessario incremento. Si deve tenere in conto il fatto che i collaboratori scolastici verranno assegnati, come sempre, rispetto al numero di alunni e alunne. Le nostre scuole sono articolate su più plessi e spesso in edifici su più piani. Negli anni precedenti hanno sofferto la realtà di un organico Ata risicato. Vorremmo garanzie che questa complessità organizzativa non vada a discapito della sicurezza, della sorveglianza e della pulizia e che ciò vada valutato rispetto alle singole realtà scolastiche. Niente si dice riguardo al necessario incremento e formazione del personale di segreteria: realtà complesse hanno bisogno di una gestione articolata e competente.
f) Si legge nel documento (al punto 7): «Si creerà una leva strategica di rete tesa all’innovazione e al miglioramento, su processi fondamentali quali la formazione, la gestione amministrativa, la didattica (stimolando alla programmazione verticale, dall’infanzia al I° grado)». Riguardo alla formazione ci sembra che la rete esista già ma la complessità di gestione (indipendente dall’appartenenza allo stesso istituto) a volte rende preferibile non essere propositivi piuttosto che imbarcarsi in pratiche burocratiche lunghe e complesse. Ci piacerebbe sapere in che modo tutto ciò potrebbe essere realizzato aumentando la complessità della realtà da gestire. Riguardo alla didattica in particolare si chiede che cosa si proporrebbe di diverso da ciò che già esiste.
g) Ultima considerazione, si legge nel documento (al punto 8): «Dovrò cambiare gli insegnanti? No, la continuità didattica sarà garantita, salvo diversa volontà del docente come da CCNI (mobilità volontaria del personale)». L’assegnazione dei docenti ai nuovi comprensivi comporterà necessariamente una riassegnazione (si pensi ad esempio a quei docenti che lavorano attualmente su plessi che faranno parte di comprensivi differenti). Non si può dire pertanto che la continuità potrà essere garantita perché la nuova realtà delle cose comporterà necessariamente in alcuni casi una riassegnazione che non potrà essere, in alcun modo, imputata alla volontà dei docenti (come riportato invece dal documento).
IN CONCLUSIONE:
Riteniamo che questi cambiamenti conseguenti all’istituzione di nuovi comprensivi potranno avere conseguenze a livello di qualità della scuola, nella organizzazione e nell’offerta didattica con la possibilità che venga ad impoverirsi la ricchezza dell’offerta formativa proposta. Ad oggi non ci sono evidenze che dimostrino che gli accorpamenti dei comprensivi abbiano prodotto i cambiamenti auspicati, ad eccezione forse di piccole realtà. Crediamo invece come è stato scritto nel documento delle scuole Borsi che «attualmente i comprensivi – già esistenti – funzionano come somma di tre realtà» differenti. Come scriveva alcuni anni fa l’Ispettore Giancarlo Cerini ad oggi: «non possediamo dati probanti che ci confermino che un ragazzo che esce dalla terza media di un Istituto comprensivo disponga di un livello di competenza più alto e ricco, se paragonato a chi abbia invece frequentato tre strutture separate (scuole dell’infanzia, elementari e medie, a diversa gestione, frammentate nel territorio)»1. Se diversamente questi dati ci sono si chiede che ci vengano forniti.
Dunque, riprendendo e integrando lo slogan del Comune sosteniamo che «LA SCUOLA SI FA GIÀ IN TRE». Le difficoltà incontrate in questi anni non sono mai dipese dall’avere segreterie e direzioni didattiche differenti perché nella scuola è sempre invalso uno spirito di collaborazione, un costruire insieme che la realtà dei comprensivi non migliorerà ulteriormente, ma crediamo complicherà. Senza considerare che tale operazione avverrà in una situazione ancora di emergenza sanitaria per la pandemia.
Si chiede pertanto di rimandare la riorganizzazione della rete scolastica con i comprensivi procedendo nel frattempo a:
-un’attenta analisi di costi e benefici;
– una effettiva riorganizzazione con investimenti e risorse;
– una riflessione che preceda la costituzione dei comprensivi e che permetta di creare basi comuni
– la disponibilità di un organico docente e ata aggiuntivo;
– una riorganizzazione edilizia che offra spazi adeguati e più ampi ad un’utenza più ampia (si pensi ad esempio alla difficoltà di un collegio docenti unitario in presenza – necessaria per creare gruppo – negli attuali spazi)
L’assemblea delle insegnanti e degli insegnanti di Carducci