Collesalvetti 20 Marzo 2025

“Con lo scolmatore si sacrifica un territorio caratterizzato da numerose aziende agricole, così non si può più andare avanti. In serra è tutto morto”

LO SCOLMATORE? UN’OPERA INCOMPIUTA.

CIA E CONFAGRICOLTURA HANNO PRESENTATO UN ORDINE DEL GIORNO ALLA SINDACA DI COLLESALVETTI

 

"Con lo scolmatore si sacrifica un territorio caratterizzato da numerose aziende agricole, così non si può più andare avanti. In serra è tutto morto"Collesalvetti (Livorno) 20 marzo 2025 Con lo scolmatore si sacrifica un territorio caratterizzato da numerose aziende agricole, così non si può più andare avanti. In serra è tutto morto”

Ancora una volta gli agricoltori si trovano a fare la conta dei danni a seguito delle condizioni climatiche estreme- dichiara Cinzia Pagni, presidente Cia Etruria– una condizione sempre più difficile che va ad incidere su aree già compromesse da precedenti alluvioni, e per questo non più rinviabile”.

A tal proposito, pochi giorni prima degli ultimi eventi Cia e Confagricoltura hanno inviato congiuntamente alla sindaca di Collesalvetti Sara Paoli la proposta di un ordine del giorno, avente per oggetto interventi per la messa in sicurezza idraulica del territorio.

La richiesta fa seguito al percorso intrapreso già dal novembre 2023 con l’Amministrazione Comunale, il Consorzio Di Bonifica n. 4 “Basso Valdarno”, il Genio Civile (Valdarno Inferiore e Costa) e la Regione Toscana, volto a sollecitare interventi a salvaguardia delle attività agricole e più in generale del territorio, nella consapevolezza che le modifiche al cambiamento climatico riproporranno, come purtroppo dimostrato, eventi simili o addirittura più accentuati.

Da evidenziare che in merito all’evento dello scorso 14 marzo, l’apertura delle paratoie dell’Arno all’altezza di Pontedera, ha alleggerito la piena sull’abitato di Pisa ma ha aumentato la porta dello Scolmatore, tanto che non è stato in grado di ricevere l’acqua, come sottolinea Antonio Troilo dell’agriturismo “La Tanna” a Collesalvetti, la cui produzione è stata più volte vittima dei cosiddetti “eventi estremi”.

Lo scolmatore è un’opera incompiuta- dice- perché lungo il suo percorso ci sono migliaia di ettari di terreno a forte rischio idraulico.

Purtroppo non sono state compiute quegli interventi, ovvero le vasche di espansione a monte, che dovevano mettere in sicurezza torrenti e canali (Tora, Tanna, fiumi, canali ecc.) i quali, non riuscendo più a scaricare nello scolmatore, o tracimano (come è accaduto) oppure spaccano gli argini.

Non è soltanto rialzando gli argini dello scolmatore- prosegue- che otterremo un alleviamento dei danni arrecati lungo il percorso ma anche e soprattutto con vasche di espansione a monte e risezionamento dei canali”.

Purtroppo a seguito dell’ultima alluvione le serre sono state invase dall’acqua e le colture (in particolare pomodoro da mensa e zucchina) non andranno in produzione quando, qui la beffa, tra una ventina di giorni i primi trapianti potevano essere commercializzati.

Piove quindi letteralmente sul bagnato in un momento storico già difficilissimo per l’agricoltura che da tempo chiede di restituire il giusto reddito a chi produce.

Esausto Federico Banti dell’azienda agricola Aldo Banti (anche lui nel territorio labronico) le cui serre sono state nuovamente invase da 40 cm di acqua.

Con lo scolmatore si sacrifica un territorio comunque ampio e caratterizzato da numerose aziende agricole- sottolinea– così non si può più andare avanti. In serra è tutto morto, dalle zucchine al pomodoro “pisanello” passando dal prezzemolo. Bisogna risolvere la situazione realizzando opere a questo punto assolutamente indispensabili”.

Con lo scolmatore si sacrifica un territorio caratterizzato da numerose aziende agricole, così non si può più andare avanti. In serra è tutto morto”

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