Cronaca 17 Novembre 2020

Confcommercio: “Imprese non pagate i contributi Inps di novembre”

Il j'accuse contro l'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale della presidente provinciale Confcommercio Francesca Marcucci

L’Inps rispetti le decisioni del Governo. La circolare 129 è senza valore
Le aziende livornesi non paghino i contributi di novembre

Marcucci ConfcommercioLivorno, 17 novembre 2020

“Con una circolare intempestiva, contraddittoria e allucinante, l’Inps vorrebbe arbitrariamente escludere le aziende toscane dalla sospensione dei contributi
previdenziali.

Ma questi contributi non vanno versati perché la Toscana è stata
dichiarata zona rossa e questo diciamo alle nostre imprese associate”.

E’ la presidente provinciale Confcommercio Francesca Marcucci ad esprimere
indignazione e a lanciare il proprio j’accuse contro l’Istituto Nazionale di
Previdenza Sociale:

“Quella circolare è carta straccia e non va applicata, perché giocare in questa maniera sulla pelle delle imprese, in un momento epocale come quello attuale, è qualcosa di rivoltante.

 

Questa è l’ennesima dimostrazione, qualora ce ne fosse ancora bisogno, di quanto l’apparato burocratico dello Stato italiano sia infetto fino al midollo di irresponsabilità, arroganza, auto-referenzialità e perfino avidità.

Perché davvero, come l’Inps possa anche solo immaginare, dopo quanto espressamente previsto dal Decreto Ristori Bis, di escludere all’ultimo tuffo le migliaia di aziende toscane, che faticano tantissimo ad andare avanti, dalla doverosa sospensione contributiva è qualcosa che rasenta l’incredibile”.

“L’Inps si attenga e si limiti esclusivamente ad applicare le decisioni del
Governo e della legge, senza stravolgerne o addirittura ribaltarne il senso”

 

“Perché posso capire che chiusi come sono nella torre d’avorio non abbiano alcuna percezione della realtà, ma qui parliamo della sopravvivenza di migliaia di imprese, famiglie e lavoratori”.

Conclude Marcucci che “purtroppo questo tipo di pubblica amministrazione
inefficiente e irresponsabile, lontanissima dalla realtà, è uno degli enormi
ostacoli della crescita della nostra economia, tanto che negli ultimi dieci anni ci è costata settanta miliardi di euro e ben tre punti percentuali di Pil in meno, con tutti i vantaggi che ne sarebbero derivati in caso contrario”

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