Cronaca 19 Settembre 2020

Confcommercio: rifinanziare il fondo per la sanificazione

Francesca MarcucciLivorno 19 settembre 2020 –  Francesca Marcucci, presidente provinciale Confcommercio, sulla questione del credito d’imposta per le spese di sanificazione

“Urgente rifinanziare il fondo per la sanificazione”

Sanificazione, mascherine, gel, disinfettanti:

le spese per mitigare il rischio contagio Covid-19 e che imprenditori e professionisti hanno dovuto affrontare per mettersi in regola e garantire e garantire salute e sicurezza di clienti e dipendenti sono state, e continuano ed essere, molto alte.

Ma la promessa di Governo e Agenzia delle Entrate di:

rimborsare ai titolari di partita IVA il 60% delle spese effettivamente sostenute sotto forma del credito di imposta viene disatteso dal provvedimento dell’11 settembre 2020; con cui l’Agenzia delle Entrate riduce drasticamente al 15,6% la percentuale del rimborso per sanificazione; dispositivi di protezione individuale; detergenti e disinfettanti; termometri e termoscanner.

“In questo modo un’azienda che ha investito 100 mila euro in sicurezza anti-covid si vedrà riconosciuto un credito di appena 15 mila euro.

Aziende, imprese, commercianti, professionisti hanno mostrato grande responsabilità e sensibilità, investendo soldi propri per garantire la sicurezza di tutti e limitare le occasioni di contagio.

Siamo in un periodo emergenziale per le imprese, che in tempi di grandissima difficoltà e mancanza di liquidità:

hanno investito in proprio facendo affidamento sul rimborso del 60% delle spese sostenute”.

“Nell’ottica di una emergenza che continua a ridurre spostamenti e assembramenti, è necessario e urgente provvedere ad un rifinanziamento del credito d’imposta introdotto dal Decreto Rilancio per fronteggiare l’emergenza da Covid-19 e ad innalzarne l’importo a beneficio delle oltre un milione e duecento mila imprese italiane che ne hanno fatto richiesta”.

Ma soprattutto – conclude la presidente Marcucci – siamo di nuovo di fronte all’incertezza a cui è tipicamente sottoposto l’impresa in Italia, che non può fare affidamento su norme, contributi, tempi adeguati in tribunale.

Come imprenditori i rischi economici sono all’ordine del giorno e li accettiamo, ma vorremmo avere a che fare con impianto giuridico, contributivo e fiscale serio e stabile, che non riservi sorprese dell’ultimo minuto”.