Cronaca 17 Gennaio 2018

Confesercenti interviene sul tema dei saldi

In provincia di Livorno si registra un andamento poco soddisfacente e un lieve peggioramento

I saldi vanno posticipati ma rimangono a prescindere un’occasione per imprese e consumatori. Questa è la risposta che, all’unisono, oltre 80 imprenditori del settore abbigliamento e calzature della provincia di Livorno hanno dato compilando il questionario on line che la nostra Associazione ha lanciato, il giorno dell’avvio, sul proprio sito (www.confesercenti.li.it) e sulla pagina Facebook.

A distanza di oltre dieci giorni dall’inizio dei saldi, con ben due fine settimana nel mezzo, Confesercenti prova a tirare concretamente le somme per dare una prima reale valutazione dell’andamento dei saldi invernali 2018 ed i risultati sono interessanti: “ci sarebbe piaciuto poter dire che anche in tutta la nostra provincia si intravedono cenni di ripresa, ma l’andamento a macchia di leopardo ce lo impedisce spiega Maristella Calgaro – presidente provinciale Confesercenti ed operatrice nel settore moda – e questo ci induce a fare una riflessione più ampia sul senso dei saldi”.

A Livorno si registra, per il 53% degli intervistati, un preoccupante “andamento lento ed in lieve peggioramento” rispetto allo scorso anno mentre per 60% non si intravedono segnali di ripresa sul territorio.

Lo sconto medio di partenza praticato si aggira dal 20 al 30 per cento mentre lo scontrino medio è equamente ripartito nelle fasce 50,00-80,00-100,00 euro a seconda del target di prodotti venduti

Il polso di come stavano andando le vendite ce lo avevo ben chiaro fin dai primissimi giorni – prosegue Calgaro – avendo vissuto sulle mie stesse spalle i ritmi delle vendite ed avendo condiviso questa analisi anche con numerosi colleghi della vicina area commerciale di Via Grande e via Buontalenti”.

E’ evidente la disparità di trattamento a cui stiamo assistendo – continua Calgaro – la quasi completa liberalizzazione delle vendite promozionali ha svilito il valore stesso delle promozioni creando una situazione nella quale da un lato i consumatori si aspettano riduzioni in ogni momento dell’anno e dall’altro i commercianti, inchiodati dalla concorrenza della grande distribuzione e dei franchising sono beffati dal divieto di effettuare vendite promozionali 30 giorni prima dell’inizio dei saldi. Un sistema che, così come è venuto a crearsi, di fatto, può solo entrare in blocco per corto circuito ed a rimetterci sarà la qualità e la varietà dell’offerta dei negozi di vicinato che rischiano l’estinzione”.

Quindi”, conclude Calgaro, “indagini a parte, serve un ripensamento complessivo della normativa e di un calendario che effettivamente tenga conto della stagionalità”.”