Conversione delle edicole chiuse in chioschi per street-food, la delusione per un progetto mai decollato
L'amarezza di Emiliano Cocucci: "Dopo due anni nessuna risposta, ma solo colloqui con impiegati e autorità"
Livorno, 11 marzo 2021
Una lunga permanenza all’estero e poi il rientro in Italia con l’idea di un progetto imprenditoriale per ridare vita alle edicole chiuse trasformandole in punti per street-food. Emiliano Cocucci racconta il suo progetto in una email arrivata in redazione, ma anche la sua frustrazione per una idea rimasta sulla carta per colpa della burocrazia, aggravata poi dall’emergenza covid 19.
“Sono cittadino italiano – esordisce Cocucci – vissuto all’estero dal 1999 al 2019 e rientrato in Italia a Livorno per amore della patria e della famiglia”.
“Credo nella famiglia, nel rispetto del prossimo, nella condivisione e nell’umiltà. Sono valori che mi hanno insegnato i miei genitori e che mi hanno portato ad avere successo nella vita in tutti i paesi dove ho vissuto.
Sono rientrato in Italia con la certezza che i valori ai quali credo potessero, ancora una volta, portarmi serenità e successo.
Lo dico con il cuore infranto ma ho trovato ben altri valori qui in Italia che vengono insegnati per avere successo nella vita di tutti i giorni e sono l’esatto opposto di quello in cui credo.
Vale a dire: egoismo, indifferenza, noncuranza, impertinenza, irriverenza.
Il mio non è un attacco o un puntare il dito: è solo una considerazione molto triste che mi porta ad una sola risposta:
non è questo il paese che sognavo di ritrovare dopo 20 anni all’estero e non sono questi i valori che voglio vengano insegnati ai miei figli.
Ho cercato di farmi spazio, di trovare lavoro (che ho trovato), di ricrearmi una vita dignitosa (che non ho trovato) e di costruire un progetto….. ma ahimè non è stato possibile e mi trovo a dover scappare dal mio paese e dalle mie radici per poter vivere serenamente.
Il mio progetto era un progetto legato alle edicole qui a Livorno. Avrei voluto poter trasformare qualche edicola dismessa in chiosco per street food.
Ho cercato di farmi spazio fra business plan, progetti, tempo dedicato a parlare con decine di impiegati statali e ho fortemente creduto che si potesse arrivare ad avere delle risposte (negative o positive ma almeno delle risposte).
Ho avuto anche dei colloqui e sono stato ricevuto dalle autorità competenti che, molto onestamente, mi hanno detto che pur avendo una burocrazia assai lenta in Italia, il progetto era valido e sicuramente si sarebbe potuto fare qualche cosa.
Sono una persona umile che sa ascoltare ed aspettare e non ho mai dimostrato fretta o insofferenza, ma oramai sono passati più di due anni e ho perso la speranza di essere preso in considerazione e l’indifferenza ha vinto.
Ripeto non mi aspettavo di poter realizzare il mio progetto in 2 mesi e nemmeno in 2 anni , ma almeno di essere partecipe di quello che NON succedeva.
Chiedo scusa del mio sfogo e tolgo il disturbo dal mio paese natale e tornerò fra pochi mesi all’estero (già perchè pandemia o non pandemia la vita va avanti e i progetti pure, senza scuse e senza silenzi) laddove, pur vivendo lontano dai miei familiari, so per certo che i miei sogni e progetti diventano realtà”.
“Grazie della cortese attenzione”.
Abbiamo quindi parlato del caso con l’assessore al Commercio Rocco Garufo: “Ricordo la questione. L’ho ricevuto e abbiamo parlato della sua idea.
Per realizzarla bisognerebbe cambiare destinazione d’uso e fare un nuovo piano delle edicole.
Un iter come questo necessita di due o tre anni se siamo fortunati, tempi ora aggravati dalla emergenza covid.
A Livorno manca purtroppo il Piano della Costa da circa 40 anni. Ciò impedisce di recepire molti progetti che potrebbero essere realizzati tramite in quel piano.
I tempi della burocrazia in condizioni normali sono lunghissimi e quindi insostenibili per chi vuole investire”.