Coronavirus: Tampone, cambiano le regole in Toscana. Nuova ordinanza, più sicurezza negli ospedali
Coronavirus, nuova ordinanza e nuove norme per maggiore sicurezza negli ospedali
Toscana (Livorno) 6 marzo 2020 – Firmata dal presidente Rossi, prevede nuove disposizioni su chi dovrà essere sottoposto a tampone e per la funzionalità delle strutture sanitarie. Ospedali ad attività chirurgica ridotta. Norme anche per le mense universitarie. Prorogati fino al 30 giugno le autocertificazioni in scadenza delle fasce di reddito per le prestazioni sanitarie
Cambiano le regole per chi dovrà essere sottoposto a tampone: non più solo chi ha avuto contatti stretti e prolungati con persone risultate positive o proviene da zone a rischio ed ha sintomi similinfluenzali o più impegnativi, come è stato fino ad oggi, ma anche chi, sia pur in assenza di collegamenti con persone contagiate o frequenza di zone a rischio, presenti una situazione caratterizzata da un quadro respiratorio particolarmente compromesso con specifici valori alterati. Prevale insoma l’elemento clinico.
.“L’esecuzione dei tamponi nasofaringei, per la ricerca del Covid-19 è effettuato ai soggetti che presentano i criteri di cui alla ordinanza n.6 del 2 marzo 2020 (criteri epidemiologici e sintomatologia suggestiva).
In particolare, a tutti i pazienti che accedono ai DEA ospedalieri con sintomi similinfluenzali, senza compromissione delle condizioni generali e in presenza di criteri epidemiologici, verrà effettuato il tampone e, dopo l’esecuzione del tampone, tali pazienti saranno inviati al proprio domicilio e sarà informato il medico di medicina generale o pediatra di libera scelta che dovrà prenderlo in carico.
Se il tampone risulterà positivo saranno adottate le misure previste dall’ordinanza predetta (quarantena e sorveglianza attiva).
Per i pazienti che accedono ai DEA ospedalieri con sintomatologia più impegnativa e criteri epidemiologici, si procede all’esecuzione del tampone. Nel caso il tampone dia esito positivo e il paziente non presenti polmonite grave con insufficienza respiratoria, febbre elevata e compromissione delle condizioni generali, il paziente,
salvo diversa valutazione clinica, potrà essere inviato al proprio domicilio.
Contestualmente saranno informati il medico di medicina generale o pediatra di libera scelta per la presa in carico e il Servizio di igiene Pubblica del Dipartimento di Prevenzione e saranno adottate le misure previste dall’ordinanza predetta (quarantena e sorveglianza attiva).
Per i pazienti che accedono ai DEA ospedalieri e presentano, quale criterio clinico, la polmonite interstiziale con almeno uno dei seguenti fattori linfopenia, LDH elevata, transaminasi elevata, PCR elevata, anche in assenza di criterio epidemiologico, è prevista, comunque, l’esecuzione del tampone.
Per i pazienti che accedono ai DEA e presentano sintomi simil-influenzali senza compromissione delle condizioni generali e in assenza di criteri epidemiologici, si prevede il rientro al domicilio e l’utilizzo delle ordinarie procedure di assistenza (ricorso al MMG e al PLS con loro presa in carico)”.
La novità, ma non è la sola, è contenuta nell’ordinanza n. 8 sul nuovo coronavirus Covid-19 che il presidente della Toscana Enrico Rossi ha firmato oggi, 6 marzo.
L’atto contiene anche le misure che Rossi aveva anticipato in conferenza stampa due giorni fa: stop all’accesso nelle strutture ospedaliere per chiunque, paziente o visitatore, presenti sintomi simil-influenzali, limitazione dell’attività programmata in ospedale, riorganizzazione delle sale di attesa, sospensione fino a nuova indicazione di tutta l’attività chirurgica e ambulatoriale non legata a patologie che mettano a rischio immediato la vita del paziente, con esclusione, quindi, degli gli interventi oncologici in classe A e di alta specialità, non rinviabili a giudizio motivato del clinico e delle attività ambulatoriali urgenti e di quelle oncologiche, oltre a quelle individuate come indispensabili dallo specialista di riferimento. Le attivit& agrave; ambulatoriali programmate a livello territoriale possono essere invece mantenute.
Tra le nuove disposizioni ce n’è una che riguarda i servizi di mensa universitaria erogati dall’Azienda regionale per il diritto allo studio. La mense a gestione diretta, nonostante che l’attività didattica all’Università sia sospesa, dovranno continuare a garantire pasti agli studenti borsisti, e, laddove possibile in termini di sicurezza ed operatività, anche a tutti gli altri studenti universitari. Nelle mense si dovranno chiaramente rispettare le norme tese a limitare una concentrazione eccessiva e troppo ravvicinata di persone. Per questo l’indicazione è quella di potenziare il servizio di “pasti da asporto”.
L’ordinanza proroga fino al 30 giugno anche la validità delle autocertificazioni delle fasce di reddito utili per la prestazioni sanitarie in scadenza il 31 marzo.