Politica 12 Marzo 2020

Coronavirus, Barzanti: “La difficoltà al contrasto è figlia del fallimento di un modello sociale”

pci bandieraToscana, Firenze 12 marzo 2020 – Il segretario toscano del Pci, candidato alla presidenza della Regione, evidenzia come occorra rimettere la sanità pubblica, gratuita, al centro della vita e del benessere dei cittadini

“La diffusione del coronavirus, con la difficoltà al suo contrasto, non è solo la diffusione di un’epidemia, di un pericoloso contagio virale, ma in Italia è anche il fallimento del modello capitalistico di società, di anni di tagli al sistema pubblico, alla sanità, all’istruzione, agli enti pubblici. I tagli e le privatizzazioni hanno portato la ricchezze ed i mezzi produttivi nelle mani di pochi, lasciando una sempre maggiore povertà al popolo. Oggi, però, tutti capiscono e tutti vedono cosa significa aver tagliato posti letto, alta specializzazione, presidi sanitari sul territorio. Oggi tutti comprendono cosa significa aver eliminato ospedali e servizi d’urgenza, aver ridotto i reparti di rianimazione, aver regalato soldi alla sanità privata e aver ridotto il servizio sanitario nazionale. Lo stanno capendo anche coloro che dipingevano come cultura identitaria e vecchia quella del Pci, che si è sempre battuto e adesso con la sua ricostituzione può tornare a battersi per il mondo del lavoro, per le classi più deboli, per chi non ha i mezzi ma deve avere gli stessi identici diritti di chi può permettersi la sanità privata”.

Ad affermarlo è il segretario regionale del Pci toscano, Marzo Barzanti, che è anche il candidato a presidente della Regione Toscana in vista delle consultazioni regionali che, sempre che non vi sia un rinvio della tornata elettorale, dovrebbero svolgersi tra la fine di maggio ed i primi di giugno.

“Ora che hanno paura del contagio e contano i letti disponibili nelle rianimazioni, ora che è evidente la grande difficoltà che gli ospedali incontrano nella gestione di un’ordinarietà ormai grave, coloro che hanno governato la Toscana in questi ultimi anni cerca di trovare delle scuse. Solo ora si stanno rendendo conto della bontà delle nostre ragioni, delle nostre proposte, delle nostre proteste contro i tagli, contro l’intramoenia, contro i ticket sanitari e contro il finanziamento della sanità privata convenzionata”. E ancora: “Si tratta di tagli portati avanti sia a livello nazionale che regionale. Hanno fatto a gara nel tagliare, nel ridurre i costi dei ricoveri, buttando letteralmente i pazienti fuori dai reparti il prima possibile, entro gli otto giorni, perché sennò le spese aumentavano. Tutto è stato fatto, in questi anni, in funzione della riduzione dei costi, mentre le file di attesa per accedere a quel servizio, a quell’accertamento diagnostico, a quell’esame, diventavano sempre più lunghe ed insopportabili. Tutto è stato fatto per nutrire gli appetiti nell’intramoenia, delle cliniche e dei centri privati. Il sistema sanitario che il Pci aveva costruito è stato smantellato, distrutto e umiliato, in Toscana, dal Pd e dai suoi alleati”.

“E’ accaduto qualcosa di schifoso, in questi ultimi anni, un qualcosa di cui oggi il coronavirus mostra non solo i limiti ma anche la pericolosità”, continua Barzanti. Che conclude: “In sanità sono state fatte scelte scellerate che fanno il paio con quella, ad esempio, che ha portato alle università a numero chiuso, che ha prodotto un altro fallimento facendo mancare medici ed infermieri. E’ il fallimento delle politiche del Centrodestra e del Pd, che su queste tematiche tutelano interessi molto simili. Ma questa catastrofe del coronavirus ha messo a nudo, sta mettendo a nudo, che ne’ il Pd ne’ il Centrodestra hanno a cuore gli interessi della gente comune, del popolo. Per cui, fermo restando l’encomio e il ringraziamento pubblico che va fatto a medici e ad infermieri per il lavoro che stanno facendo, in questo delicato momento noi rilanciamo la lotta per la sanità pubblica e per fare in modo che essa abbia un ruolo centrale, oltre che gratuito, nella vita e per il benessere dei cittadini, così come vogliamo riaffermare l’idea che anche la scuola, i trasporti, l’acqua, l’energia elettrica e tutti i servizi essenziali devono essere pubblici e svincolati dal profitto economico”.