Cronaca 12 Aprile 2020

Coronavirus, Polmare respinge molti che volevano imbarcarsi per le isole

Si trattava di spostamenti non autorizzati

Livorno 12 aprile 2020 – Emergenza COVID-19 nel Porto di Livorno, il resoconto dei controlli della PolMare.

Da quando sono operative le misure per il contenimento della diffusione dell’infezione da COVID-19, quindi, dall’emissione del primo DPCM dell’8 aprile 2020, successivamente modificato ed integrato in data 9, 20, e 25 marzo 2020, l’Ufficio di Polizia di Frontiera Marittima di Livorno ha effettuato un capillare controllo su tutti i passeggeri in arrivo e partenza con i traghetti nonché dei conducenti dei mezzi pesanti in imbarco sugli stessi traghetti e sulle c.d. motonavi RO.RO.

Il bilancio ed i numeri danno la misura di come sono stati applicate le norme sempre più stringenti con il solo obiettivo di preservare la salute pubblica ai massimi livelli consentiti in un ambiente articolato e complesso come è la realtà portuale in esame.

In totale , sono stati controllate 6.381 persone. Di queste, 2.578 erano passeggeri diretti in Sardegna, in Sicilia ed in Corsica. Una minoranza è rappresentata anche dai passeggeri che diretti a Capraia Isola.

Ne sono conseguite diverse denunce , sia ai sensi dell’art. 650 del codice penale, per la mancata osservanza dei provvedimenti legittimamente dati dall’autorità , che successivamente per violazione amministrativa dettata dal mancato rispetto di quanto previsto nelle autocertificazioni disposte dall’opera di decretazione d’urgenza posta in campo dal Governo , ad oggi in continua evoluzione .

Inoltre, giova precisare che molti passeggeri sono stati inviati a rientrare al luogo di residenza perché non avevano titolo ad imbarcarsi.

Diversi anche gli interventi richiesti al 118 per casi sospetti, fino ad oggi, tutti risolti con esito negativo.

In questo difficile contesto sono proseguite tutte le normali attività istituzionali demandate all’Ufficio di Polizia di Frontiera marittima in porto, in strettissima sinergia con l’operato della Guardia di Finanza, Capitaneria di Porto e l’Agenzia delle Dogane, sotto il costante coordinamento , a livello interregionale , del direttore dell’VIII Zona di Polizia di Frontiera e , a livello provinciale, del Prefetto e Questore.

Sempre attenti , altresì, alle misure di distanziamento sociale , dettate dalle linee guida del Ministero della Salute che in Porto è efficacemente rappresentato dall’Ufficio di Sanità Marittima, preziosissimo partner da sempre , prima ancora che il quadro emergenziale si delineasse in tutta la sua complessità ed ampiezza, le donne e gli uomini della Polizia di Frontiera non hanno risparmiato energie ed hanno lavorato e tuttora lavorano con turnazioni impegnative ma senza dare mai spazio a cedimenti, con un pensiero costante: il bene comune.

(Foto d’archivio)

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