Cospito deve restare al 41 bis. Il ministro respinge l’istanza
L'anarchico, in sciopero della fame da oltre 100 giorni, deve restare al regime del carcere duro
Roma 9 febbraio 2023
Alfredo Cospito, l’anarchico che sta facendo uno sciopero della fame da oltre 100 giorni, dovrà rimanere sotto il regime del 41 bis, ovvero il regime del carcere duro. Questa decisione è stata presa dal Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che ha respinto l’istanza di revoca presentata dall’avvocato Flavio Rossi Albertini, il difensore di Cospito. Il 41 bis era stato disposto nel maggio dell’anno scorso per un periodo di quattro anni. La difesa di Cospito ha annunciato che ricorrerà contro la decisione del Ministro.
Le motivazioni per il rigetto dell’istanza sono legate al fatto che tutte le autorità giudiziarie – Procura Nazionale Antimafia, Dda di Torino e Procura Generale di Torino – hanno giudicato “infondate” le ragioni presentate dall’avvocato. Inoltre, c’è il pericolo che Cospito possa comunicare con l’esterno, che è un’altra motivazione alla base del rigetto da parte del Ministero della Giustizia.
Nel ricorso presentato al Ministro, l’avvocato Flavio Rossi Albertini si è riferito a “fatti nuovi” non presi in considerazione dal Tribunale di Sorveglianza di Roma.
Ha fatto riferimento alle motivazioni della sentenza della Corte d’Assise di Roma del 2019, che ha assolto tutti gli imputati, legati ai movimenti anarchici, dall’accusa di associazione con finalità di terrorismo, e ha disposto condanne per altre fattispecie minori. I giudici hanno depositato le motivazioni il 13 dicembre dello scorso anno. Nel documento, i magistrati capitolini hanno escluso l’esistenza di una “cellula presuntivamente affiliata alla Federazione anarchica informale (Fai)” presso il centro sociale Bencivenga. Il riferimento è ai “legami e ai confronti epistolari” tra gli imputati e Cospito. Sull’anarchico abruzzese si afferma che non “vuole manipolare la personalità di uno degli imputati e strumentalizzare il giovane anarchico facendone veicolo all’esterno della propria posizione politica”.