Covid a Cecina, Merli (FdI) chiede chiarezza sui dati statistici
Cecina (Livorno) 7 marzo 2021
Mirta Merli Coordinatore Comunale Fratelli d’ Italia Cecina in merito alla situazione covid nel Comune dichiara:
“Adesso basta
Il 21 febbraio, è stata riscontrata la variante inglese del SarsCov2 e di positività al Covid su ospiti, operatori sanitari e suore della RSA Iacopini.
I positivi alla variante inglese accertati sono 2, mentre sono positivi altri 7 ospiti su 35, 5 operatori sanitari su 36 e 8 le suore su 13.
Il 23 febbraio, il Sindaco Lippi, ha deciso la chiusura fino al 27 in via precauzionale delle scuole elementari Marconi a San Pietro in Palazzi, dal momento che si sono registrati casi (una decina) di Covid sia tra il personale scolastico che tra alcuni genitori di bambini frequentanti il plesso.
Sempre il 23 febbraio, il comune di Cecina viene proclamato zona rossa “almeno per una settimana” , con possibilità di estenderla fino a venerdì 12 marzo compreso verificando l’andamento del contagio
Nel frattempo la Usl Toscana nord ovest, dal 2 marzo, sta coordinando il progetto “Territori Sicuri” grazie all’apporto del Comune e delle Associazioni di Volontariato
Il primo giorno di screening il sindaco ha diffuso la notizia che erano già stati individuati 72 casi positivi
Invece, secondo la Usl, al 5 marzo , la situazione è questa: su 3412 tamponi ci sono 13 positivi (su 148 reattivi), 3223 negativi e 179 ancora in attesa.
La percentuale di positività che ne emerge è lo 0,4%.
Fratelli d’Italia si chiede perché il sindaco Lippi si sia affrettato a diffondere quel dato di 72 positivi il primo giorno di screening visto che i numeri di contagiati dati dal sindaco sono stati poi smentiti, e non di poco, da quelli forniti dalla Usl.
In una situazione già difficile per le famiglie e per le aziende, diffondere dati senza attendere che siano certificati dalle autorità sanitarie aumenta solo il disagio e lo sconcerto tra la popolazione.
Con questi dati, siamo proprio sicuri che la zona rossa fosse necessaria?
Sarebbe grave se il sindaco si fosse precipitato a chiedere il prolungamento della zona rossa basandosi su dati non validati
Ancora più grave se la regione Toscana l’avesse concessa senza fare alcuna verifica con i dati reali della Usl
Una zona rossa per una città non è come una quarantena per un singolo cittadino
In una città in zona rossa i disagi per le famiglie aumentano, specie per quelle con figli che seguono le didattica a distanza. Aumentano anche quelli per le imprese, molte delle quali sono in sofferenza ormai da un anno.
E’ difficile, per chi ha entrate sicure, capire l’ansia che generano le scadenze indifferibili per un ristoratore; per un agente di viaggio; per un piccolo imprenditore, ma è un’ansia che altrove ha già cominciato a generare lutti.
Sarebbe grave se si aumentassero disagi o si corressero questi rischi non per il pericolo della malattia – che c’è ed è reale – ma solo per amore di protagonismo o di sceneggiate che sarebbe meglio lasciare al governatore campano”.