Crisi stabilimento Magna: la posizione di USB
La dirigenza Magna annuncia la “crisi”. La posizione dell’Unione Sindacale di Base
“Dopo aver raggiunto la saturazione degli impianti con turnazioni massacranti e utilizzo fuori controllo di manodopera interinale, in data 9 ottobre, durante un incontro tra dirigenza e RSU, la Magna ha annunciato un prossimo periodo di crisi ( giustificato dal calo produttivo di Fiat e dell’industria automobilistica tedesca a seguito del Dieselgate).
I dirigenti hanno annunciato il ricorso agli ammortizzatori sociali da richiedere “il prima possibile”. Di fronte a questi scenari ci sembra doveroso esprimere la posizione di USB.
La prima questione è capire quanto il ricorso degli ammortizzatori sociali sia davvero giustificato da un inevitabile e drastico calo produttivo ma soprattutto se davvero esiste tutta questa urgenza.
Altra domanda, gli eventuali esuberi interessano tutti i reparti? Oppure ci sono delle linee in cui la produzione continuerà agli stessi ritmi. In questi giorni sono stati assunti alcuni interinali.
Sembrerebbe che i turni rimarranno invariati almeno fino a metà novembre. Voci di corridoio parlano di una richiesta di nuovi interinali da far entrare prima di Natale.
Al di là delle leggende siamo convinti di una cosa. Prima di arrivare a richiedere gli ammortizzatori ( che sono soldi pubblici e quindi di tutti noi) bisogna prima lavorare affinchè siano esaurite tutte le altre possibilità in merito all’organizzazione del lavoro.
Cioè utilizzo di interinali, turnistica, rotazione tra i reparti ecc. Non vogliamo pensare male ma sempre più spesso, in molte fabbriche, si utilizzano gli ammortizzatori sociali in maniera assolutamente impropria per esigenze di organizzazione della produzione.
Nel caso in cui non ci fossero altre alternative, cosa dovrebbero chiedere i lavoratori? Sicuramente in questi caso bisogna imporre l’utilizzo dei contratti di solidarietà al posto della cassa integrazione.
Per vari motivi. Con le nuove leggi è possibile usufruire nel quinquennio di 24 mesi di solidarietà e 12 di cassa integrazione. In tutto 36 mesi a seconda delle esigenze.
Questa possibilità è accordata solo nel caso in cui la prima richiesta sia relativa ai contratti di solidarietà.
Seconda cosa con i contratti di solidarietà l’azienda è costretta a garantire una rotazione più equa. Con la cassa integrazione no. Inoltre a livello fiscale i contratti di solidarietà costano molto meno.
Nel caso in cui la Magna dovesse insistere per l’utilizzo della cassa potremmo immaginare quale siano le reali esigenze…
La richiesta dei contratti di solidarietà è partita dall’Unione Sindacale di Base ( e dalla sua RSU) ed è stata poi accolta dalle altre organizzazioni.
Come si sa il problema non è fare una proposta piuttosto che un’altra ma cosa fare nel caso in cui la controparte decidesse di fare quello che gli pare.
USB non sarà disposta ad accettare passivamente e senza reagire una decisione unilaterale da parte della dirigenza. Per concludere, durante l’incontro del 9 ottobre la Magna ha parlato di una ripresa della produzione a regime nel 2020. Ovviamente qualsiasi accordo dovrà avere al suo interno questa garanzia .
Ultima questione. Neanche un anno fa la Regione Toscana, insieme ad azienda e RSU, firmarono un protocollo di intesa per trasferire circa un milione di euro di soldi pubblici alla Magna in cambio di alcune “garanzie” e assunzioni. Che fine hanno fatto queste garanzie e assunzioni? Di chi sono le responsabilità adesso che viene dichiarata una crisi?
Vogliamo inoltre ricordare che all’interno dello stabilimento non sono ancora stati eletti i nuovi RLS. Cosa si aspetta a procedere alla loro elezione/nomina da parte della RSU? Forse la FIOM non ha interesse a garantire la democrazia in questo senso?”