Attualità 25 Gennaio 2025

Crisi umanitaria in Siria, Bonciani (PD) esprime vicinanza al popolo curdo

Crisi umanitaria in Siria, Bonciani (PD) esprime vicinanza al popolo curdoLivorno 25 gennaio 2025 Crisi umanitaria in Siria, Bonciani (PD) esprime vicinanza al popolo curdo

La crisi umanitaria nel nord est della Siria non può rimanere nell’ombra. Il Partito Democratico esprime vicinanza e supporto al popolo curdo.

Barbara Bonciani, delegata alle politiche internazionali e migratorie del PD Unione comunale di Livorno, illustra le condizioni in cui versa il popolo curdo

“La crisi umanitaria nel nord est della Siria non può rimanere
nell’ombra. Il Partito Democratico esprime vicinanza e supporto al
popolo curdo.
Il Partito Democratico esprime supporto e solidarietà al popolo curdo e alla
Mezzaluna Rossa Curda per la crisi umanitaria che sta colpendo il nord est
della Siria, di cui non si parla, ma che da dicembre ha generato più di
120mila sfollati, molti dei quali in condizioni precarie, la cui incolumità è
messa a rischio anche dai bombardamenti turchi.
Se lo scorso dicembre abbiamo assistito con favore alla fine del regime di
Bashar al-Assad, rovesciato con un’improvvisa offensiva di dodici giorni da
gruppi di ribelli guidati dalla milizia islamista, Hay’at Tahrir al-Sham
(HTS), la mancanza di una risposta internazionale adeguata ha lasciato le
vite di migliaia di civili in balìa delle milizie del sedicente “Esercito
Nazionale Siriano”. In sole due settimane dalla fine del regime di Assad,
come si legge in una nota scritta dalla Mezzaluna Rossa Curda che ha la
sua sede nazionale nella nostra città, con l’avanzare dell’SNA e di HTS,
moltissime persone, gran parte delle quali precedentemente sfollate da
Afrin, sono state costrette a fuggire dalle loro case nella regione di Shahba
(Til Rifaat) e a riversarsi in altre aree della DAANES in cerca di maggiore
sicurezza. L’ Esercito Nazionale Siriano”, che controlla le vie di fuga sta
minacciando l’incolumità delle persone rifugiate. Coloro che sono riusciti a
superare i blocchi sono stati trasferiti in massa nelle città di Manbij, Raqqa
e Tabqa, dove DAANES, insieme alla Mezzaluna Rossa Curda e ad altre
organizzazioni umanitarie, ha allestito rifugi e punti di pronto intervento
medico. Ciò nonostante, il numero di sfollati è enorme e non tutti riescono
ad accedere agli aiuti necessari. Le condizioni di vita sono estremamente
precarie: si registrano già numerosi decessi causati dal freddo intenso che
colpisce coloro che non riescono a trovare posto nelle tende, e le risorse
scarseggiano. In questo momento, acqua, cibo, elettricità, gas, materiali
sanitari e farmaci sono insufficienti per soddisfare le necessità di queste
persone vulnerabili. I bombardamenti messi in atto dai Turchi hanno
devastato infrastrutture e strutture sanitarie, costringendo numerosi
operatori nazionali e internazionali ad abbandonare la zona,
compromettendo ulteriormente le capacità di assistenza. Gli attacchi fanno
parte di una strategia di destabilizzazione più ampia, che vede i tentativi
della Turchia di Erdogan di sfruttare il vuoto politico creatosi dalla caduta
del regime di Assad per distruggere il progetto di autonomia del Rojava
fondato su principi di democrazia diretta, parità di genere e inclusività
etnica, colonizzando regione, alterandone la composizione demografica e
annientando ogni possibilità di un futuro autonomo e pacificato per il
popolo curdo e le altre etnie che hanno contribuito al processo
democratico, come arabi, armeni, assiri, turkmeni, circassi, sunniti, sciiti,
alawiti, cristiani, drusi ed ezidi.
Non a caso l’Unione Europea, a fronte della caduta del regime di Assad ha
parlato di una grande opportunità di libertà e pace per la Siria dopo anni
di regime e di guerra, ma non priva di rischi. L’Europa si è detta infatti
pronta a sostenere la salvaguardia dell’unità nazionale e la ricostruzione di
uno Stato siriano che protegga tutte le minoranze. Tuttavia, mentre il
mondo si concentra sul futuro della Siria, nel nord est del Paese si sta
consumando un disastro umanitario a danno del popolo curdo, di cui
nessuno parla, e che riteniamo debba essere contrastato, reso pubblico e
raccontato alle nostre comunità, anche per sensibilizzare gli aiuti
umanitari verso la popolazione civile; una popolazione che da sempre
soffre di persecuzioni e discriminazioni, a fronte della richiesta di uno
Stato autonomo, il cui ruolo è stato determinante nella sconfitta dell’ISIS
durante la guerra civile siriana. Non dobbiamo dimenticare come, i curdi
siriani, durante la guerra civile non si abbiano reagito all’invasione dello
Stato Islamico (ISIS) formando le Unità di Difesa del Popolo (YPG) e
assumendo gradualmente il controllo militare del territorio abbandonato
dall’esercito nazionale, con la partecipazione delle donne, con le Unità di
Difesa femminile (YPI), nelle battaglie a Kobanê e nelle zone limitrofe che
ha permesso all’Occidente di sconfiggere l’ISIS e che è costato ai curdi
undicimila martiri.
Ricordiamo come la nostra città sia da sempre vicina al popolo curdo, con
patti di amicizia stipulati con le municipalità di Kobane, Suruc e Qamislo
nel 2019 e varie azioni di solidarietà realizzate negli scorsi anni a favore
della causa curda e della Mezzaluna rossa Curda che dal 1993 opera nelle
aree del Kurdistan portando cure mediche, beni di prima necessità,
sviluppando anche progetti di grande importanza per le popolazioni
rifugiate. Associazione internazionale che a Livorno ha sempre dimostrato
vicinanza, aiuto e solidarietà, anche a favore della nostra comunità e delle
altre presenti nella nostra città.

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