Darsena Europa, a Rossi piace molto l’idea di un commissario
L'idea del presidente uscente della Regione, a lungo "commissario in diverse situazioni"
Firenze, 22 gennaio 2012 – “Dobbiamo senza dubbio accelerare gli investimenti e la realizzazione delle grande opere e l’idea di un commissario speciale per ciascuna di quelle in cui si registrano ritardi potrebbe essere utile, penso ad esempio alla realizzazione della darsena Europa e al corridoio tirrenico in Toscana, o ad altre opere che sono da troppo tempo ferme”.
A dirlo il presidente uscente della Regione Toscana Enrico Rossi in occasione del convegno sullo sviluppo infrastrutturale organizzato dalla Cisl al Centro studi ricerca e formazione di Firenze, commentando la proposta di un commissario nazionale per ciascuna grande opera lanciata a conclusione del dibattito della segretaria Cisl, Annamaria Furlan.
“Sono disponibile a discutere e vedere quali sono le opere ritenute prioritarie su cui una figura straordinaria potrebbe rivelarsi utile – ha spiegato Rossi – anche se non mi piace chiamarlo commissario. Sarebbe utile una figura istituzionalizzata con il potere e l’autorità per sostituire l’amministrazione pubblica quando questa non riesce a portare avanti un’opera o non decide in tempi stretti. Non credo sia una lesione della democrazia, anzi. Io stesso sono stato commissario in diverse situazioni e grazie all’uso di commissari sulle opere di sicurezza idraulica sono stati fatti tanti dei lavori che hanno salvato la Toscana dalle alluvioni in occasione delle precipitazioni straordinarie dei miei scorsi”.
“Naturalmente – ha aggiunto – sarebbe auspicabile che la nomina del commissario venisse concordata tra il ministro e il presidente della Regione, in modo che anche quest’ultimo possa svolgere una sorta di monitoraggio sull’operato del commissario. Sarebbe inoltre importante che la politica tornasse al centro delle decisioni, accompagnata da un vero dibattito pubblico, dove tutti i soggetti coinvolti o interessati partecipano e portano contributi, spesso anche idee nuove e n
on convenzionali. Ma una volta terminata la discussione, l’opera deve essere fatta, perché la continuità nella pubblica amministrazione è necessaria e non è possibile per una grande opera fare una project review con ogni ministro. Del sottoattraversamento Tav discuteva già Vannino Chiti quando era presidente della Regione. Ci sono state sette riprogettazioni per la Tav a Firenze. Dobbiamo assolutamente evitare che ogni ‘genio’ che si alza rimetta tutto in discussione, anche perché in Toscana è noto che di geni ce ne sono tanti”.
Rossi ha avanzato la proposta di una procedura che assicuri la continuità di realizzazione pur nel cambio di amministrazione e che prevede essenzialmente tre condizioni: un importante dibattito pubblico, l’impossibilità di tornare indietro con project review su decisioni già prese ed infine la trasformazione del contenzioso giuridico in contenzioso economico, nel caso in cui ci siano ricorsi dopo le procedure di gara e assegnazione dell’opera.
“Come detto più volte – ha concluso Rossi – in Toscana abbiamo previsto modernizzazioni, adeguamenti, ampliamenti più che nuove grandi opere. Vogliamo dotare la Toscana delle connessioni di cui ha bisogno, per evitare che si perdano opportunità di sviluppo. Penso alla messa in sicurezza dell’aeroporto di Firenze, alla Tirrenica che garantirà un collegamento Milano-Roma decente anche a chi sta sulla costa, il già citato sottoattraversamento Tav per potenziare il trasporto regionale su ferro ed evitare che Firenze venga saltata dai treni Av a causa della saturazione di Santa Maria Novella, l’adeguamento della Fi-Pi-Li che ha bisogno di manutenzione per evitare problemi in futuro. In questi anni abbiamo raggiunto dei risultati, e rivendico con orgoglio il raddoppio ferroviario della Firenze-Pistoia-Lucca e l’avvio della tramvia fiorentina, che ora crescerà con la nuova linea verso Bagno a Ripoli, ma c’è ancora molto da fare senza dover tornare ogni volta al punto di partenza una volta che l’opera è decisa”.