Darsena Europa, BL: “Raddoppiano i costi e si aprono le porte a speculazioni private”
Livorno 22 gennaio 2025 Darsena Europa, BL: “Raddoppiano i costi e si aprono le porte a speculazioni private”
“Ancora una volta ci troviamo a denunciare le gravi criticità legate al progetto Darsena Europa, un’opera che appare sempre più lontana dall’interesse pubblico e sempre più piegata alle logiche del profitto privato e della speculazione.
Assistiamo, infatti, ad un ulteriore e ingente aumento dei costi di realizzazione del progetto, con un raddoppio rispetto alle stime precedenti. Come riferisce il sito specializzato Shipping Italy, secondo le previsioni del 2021 la prima fase doveva costare 450 milioni di euro e la seconda 395. Ora la prima, coi lavori al 7%, è già oltre i 640 milioni di costo preventivato.
Un’enormità che peserà sulle casse pubbliche e, di riflesso, sulla collettività, senza offrire opportune garanzie di benefici reali per i territori di Livorno e Pisa. Questo ennesimo rincaro dimostra quanto sia gravosa un’opera che appare ormai fuori controllo, non solo sotto il profilo economico, ma anche ambientale.
A questo elemento si aggiunge l’ennesima dimostrazione di come i grandi interessi privati vengano privilegiati a scapito della cittadinanza. E’ di questi giorni anche la notizia dell’interessamento ad entrare nell’operazione della Darsena Europa da parte di Gianluigi Aponte, il miliardario patron di MSC Crociere, definito il “re della logistica” e “padrone dei mari” in un recente articolo pubblicato da Milano Finanza.
Ancora una volta assistiamo al paradosso di risorse pubbliche utilizzate per alimentare profitti privati, con il rischio che le infrastrutture portuali siano ulteriormente consegnate a logiche di privatizzazione, sottraendo controllo e autonomia alle istituzioni locali.
Ad oggi poi Aponte ha semplicemente richiesto informazioni, ma non si è mai dichiarato realmente interessato.
In vista delle elezioni regionali, emerge sempre un potenziale investitore che, ciclicamente, poi sparisce. La mancanza di un investitore concreto genera due conseguenze.
La prima è che i fondi già spesi rischiano di essere inutili, a meno che lo Stato non decida di assumersi anche i costi della seconda fase. Il secondo effetto è che si sottolinea la diseconomicità dell’intera operazione, confermando che il progetto è ormai fuori tempo massimo.
Non è ammissibile poi continuare ad ignorare le pesanti ripercussioni ambientali che la realizzazione della Darsena Europa avrebbe sul nostro territorio, propagandando invece infondate logiche compensative. Le previsioni parlano di un aumento dell’erosione costiera, che colpirebbe duramente il litorale pisano, già messo a dura prova dai cambiamenti climatici e dai mancati interventi per la messa in sicurezza.
A tutto ciò si aggiunge il solito, strumentale ricatto: “ambiente o lavoro?”. Una narrazione stanca e divisiva, che contrappone due diritti fondamentali, quando invece dovrebbero essere pensati in maniera integrata. Lavoro e ambiente sono due facce della stessa medaglia: serve un modello di sviluppo sostenibile che tuteli il nostro territorio e al contempo garantisca occupazione stabile e di qualità.
E siamo davvero sicuri delle ricadute occupazionali e dell’aumento dei traffici tanto decantati? Secondo un rapporto presentato a novembre all’Autorità Portuale di Ravenna, tra il 1980 e il 2020, nonostante un aumento del 21% del traffico marittimo, il numero di lavoratori portuali in Italia è calato del 28% per effetto dell’automazione e della razionalizzazione delle attività, con una leggera ripresa solo nel 2022.
Non dimentichiamo inoltre che l’escavo dei fondali per la realizzazione della piattaforma, rischia di compromettere l’ecosistema dell’area marina protetta delle Secche della Meloria, dove si trovano vaste praterie di Posidonia oceanica. Questa pianta marina, fondamentale per la biodiversità e la protezione delle coste dall’erosione, è particolarmente vulnerabile ai sedimenti e ai cambiamenti ambientali causati dai lavori di dragaggio. L’intervento potrebbe quindi provocare danni significativi e difficilmente reversibili.
Noi crediamo quindi che questo progetto rappresenti l’ennesimo errore strategico di una politica incapace di immaginare alternative sostenibili e rispettose del territorio”.
Buongiorno Livorno