Darsena Europa e qualità dell’aria, “più centraline in Venezia”
Lo chiede Legambiente a tutela della salute pubblica
Livorno, 3 marzo 2024 – Darsena Europa e qualità dell’aria, “più centraline in Venezia”
Dopo il via libera del progetto della Darsena Europa è stato annunciato il cronoprogramma dei lavori: entro primavera 2024 l’avvio delle opere marittime e fra la fine dell’anno e la prima parte del 2025 la gara per aggiudicare la realizzazione e la gestione.
A partire dal primo lotto dell’opera: tre km di banchine, due grandi terminal e fondali ampliati che scenderanno a 17 metri di profondità per accogliere le portacontainer e le navi extralarge. L’opera sarà realizzata in 56 mesi, con l’allargamento del canale di ingresso e i dragaggi che renderà possibili le manovre per entrare nel porto aumentando il traffico marittimo.
Un progetto che avrà luogo in una città come Livorno, colpita dall’inquinamento ambientale dovuto anche al traffico navale e crocieristico. Si stima che la futura espansione del porto farà spazio ai container (passando dagli attuali 800 mila ai futuri 1,6 milioni di Teu) e alle navi extralarge come quelle da crociera.
Per controllare la qualità dell’aria, Legambiente chiede la misurazione degli inquinanti ambientali nel quartiere Venezia e a ridosso del porto, vicino allo sbarco delle navi da crociera.
Nel porto livornese, il 2022 si è chiuso con una crescita a tre cifre per il mercato delle crociere con un +691% sull’anno precedente, raggiungendo quota 468 mila passeggeri, di cui 437 mila nel solo scalo labronico (+676,9%), secondo statistiche dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale.
“I dati restituiti dalla rete Arpat sulla qualità dell’aria di Livorno, sia delle stazioni fisse che di quelle mobili, sono abbastanza buoni,” spiega Manrico Golfarini, presidente di Legambiente Livorno. “Tuttavia i cui volumi del traffico portuale sono destinati ad aumentare ulteriormente con l’eventuale realizzazione di Darsena Europa. Pertanto è necessario dotarsi quanto prima di centraline di rilevamento fisse il più possibile a ridosso dell’area portuale e all’interno del quartiere Venezia.”
“Con i suoi quattro chilometri di diga foranea protesa verso il mare, la Darsena Europa sarà un’opera imponente con le sue banchine di oltre un chilometro cui attraccheranno navi portacontainer lunghe quattrocento metri e alte come palazzi di quindici piani.
Da oltre dieci anni Legambiente denuncia i possibili rischi con i potenziali danni all’ambiente marino, un aggravio dei fenomeni erosivi già in atto, un peggioramento della qualità dell’aria, senza dimenticare gli impatti paesaggistici,” spiega Eleonora Mizzoni, presidente del circolo di Legambiente Pisa. “Mentre attendiamo di conoscere le prescrizioni ministeriali relative alla Valutazione di Impatto Ambientale, è motivo di preoccupazione che la documentazione presentata dalla Autorità Portuale riguardi solo la fase di costruzione dell’opera, senza valutare le conseguenze in esercizio con l’aumento del traffico navale.
Tra queste, lo scalo di un maggior numero di navi da crociera, già oggi fonte di forte inquinamento atmosferico a Livorno e lungo la costa adiacente: ogni nave equivale a un paese di qualche migliaia di abitanti che utilizza fonti energetiche fossili di pessima qualità.”
L’Italia è il Paese europeo più inquinato dalle emissioni delle navi da crociera, secondo dati pubblicati a giugno 2023 di Transport & Environment, l’organizzazione ambientalista indipendente europea. Ormai le navi da crociera inquinano più delle auto. In Europa, nel 2022, 218 navi da crociera hanno emesso oltre quattro volte più ossidi di zolfo di tutte le auto dell’Ue.
Rispetto al 2019, il numero di navi da crociera, il tempo trascorso nei porti e il carburante consumato sono aumentati di circa un quarto (23%-24%) e ciò ha comportato un aumento delle emissioni di tre inquinanti atmosferici estremamente tossici: il SOx, che ha registrato un +9%, il NOx (ossidi di azoto), le cui emissioni sono cresciute del +18%, e il PM 2.5, aumentato del 25%.
Livorno è il 16° porto più inquinato dalle navi da crociera in Europa. Secondo Transport & Environment la nave da crociera più inquinante in attività lo scorso anno (MSC Grandiosa che parte proprio da Livorno) è stata da sola responsabile di oltre 130.000 T di CO2, quanto emette mediamente in italia una cittadina di circa 27.000 abitanti come Cecina.
L’ampliamento del traffico crocieristico e navale, si inserisce così in un anno segnato dalle conseguenze estreme della crisi climatica; infatti il mese di gennaio 2024 (come i precedenti sette) è stato il più caldo di sempre, secondo le rilevazioni di Copernicus.
L’analisi di possibili soluzioni in quest’ambito, come la conversione sostenibile dei porti, è stata al centro del seminario organizzato a Livorno giovedì 15 febbraio sui nuovi percorsi di sviluppo sul lavoro a zero emissioni dei porti con l’uso delle rinnovabili per la riconversione energetica e per alimentare il cold ironing e quindi azzerare le emissioni, anche in vista dei lavori della Darsena Europa: con un radicale adeguamento per consentire dalle banchine un approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili, come già possibile nei porti del nord Europa.
“Per la tutela della salute della cittadinanza delle città portuali, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) ha stanziato 700 milioni di euro per la realizzazione di impianti di cold ironing (l’alimentazione elettrica da terra delle navi ormeggiate mentre i suoi motori principali e ausiliari sono spenti), che sarebbero anche un primo piccolo passo verso la decarbonizzazione del settore, responsabile di circa il 3% delle emissioni climalteranti a livello mondiale.
Si tratta di un intervento ancor più necessario nell’ambito del progetto Darsena Europa, che potrebbe seguire il modello di porti europei come Göteborg e Rotterdam e consentire l’approvvigionamento da fonti rinnovabili prodotte localmente.
Un approccio coordinato sia dal lato dell’offerta che della domanda del servizio di cold ironing può garantire un’ampia diffusione e la sostenibilità anche finanziaria,” dichiara Lorenzo Cecchi, responsabile mobilità sostenibile Legambiente Toscana.
Il report di Legambiente “Porti verdi: la rotta verso uno sviluppo sostenibile”, nel Febbraio 2021 ha ben indicato 6 obiettivi e nodi critici:
finalizzare il processo di definizione di una tariffa elettrica dedicata al cold ironing in modo da renderla competitiva rispetto all’utilizzo dei motori di bordo, introdurre schemi di finanziamento o cofinanziamento pubblico per accelerare la transizione del sistema portuale italiano verso la sostenibilità, identificare gli interventi prioritari sul sistema portuale per avviare il processo di elettrificazione, promuovere la progressiva elettrificazione dei consumi portuali con fonti rinnovabili, sviluppare una roadmap nazionale che preveda l’elettrificazione dell’intero sistema portuale. L’abilitazione al cold ironing dei 39 porti italiani del network TEN-T permetterebbe ogni anno di evitare la combustione di oltre 635 mila tonnellate di gasolio marino, sviluppare le infrastrutture ferroviarie nei porti e le interconnessioni con la rete al fine di favorire il trasporto elettrico e su ferro per lunghe e medie distanze.
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