Piazza del Pamiglione è diventata piazza “Italo Piccini”
Fu Console della Compagnia Portuale dal 1963 al 1989
Dal 4 giugno piazza del Pamiglione è diventata piazza Italo Piccini (1927-2010).
La nuova targa sul palazzo della Compagnia Portuale, dove Piccini ha trascorso gran parte della sua vita, è stata scoperta nel corso di una cerimonia
Durante la cerimonia, gli interventi del sindaco Luca Salvetti, del figlio di Piccini, Roberto, e di Enzo Raugei, presidente del Gruppo Compagnia Portuale di Livorno, oltre che la presenza delle autorità civili e militari e di numerosissimi familiari e amici.
Italo Piccini è stato alla guida della Compagnia lavoratori portuali di Livorno per più di un quarto di secolo (dal 1963 al 1989).
Nel giugno 1989 si costituisce la Cooperativa Impresa Lavoratori Portuali CILP di cui Italo sarà amministratore delegato fino al 2010, anno della morte.
Come motivato nella delibera di Giunta Comunale con la quale, nella seduta dell’8 marzo scorso, fu decisa l’intitolazione al Console dei Portuali dell’area prospiciente il Palazzo del Portuale:
Piccini ha rappresentato per lungo tempo la causa dei diritti dei lavoratori e l’impegno per un porto moderno e competitivo.
Impegnato anche in politica, è stato consigliere comunale nelle file del Pci dal 1964 al 1980.
Nel suo intervento il sindaco Luca Salvetti ha rilevato quanto sia importante ricordare i personaggi che hanno fatto la storia recente di Livorno, chi ha contribuito a farla sviluppare e crescere.
“Ho accolto quindi con entusiasmo alcuni anni fa l’idea di amici di Piccini di intitolargli la piazza del Pamiglione (già Darsena Vecchia), dove sorge il Palazzo dei Portuali, punto di riferimento per il lavoro ma anche per il sociale e la cultura della nostra città. Qui dentro c’era e c’è un mondo”.
“Piccini – ha detto ancora il Sindaco – è stato un protagonista assoluto, attento ai mutamenti del porto Livorno.
E’ una figura storica e punto di riferimento per lavoratori portuali e per l’intera città.
Ricordo due momenti che mi hanno impressionato quando ero un giovane cronista: il suo atteggiamento e la sua forza nella crisi legata ai decreti Prandini, e negli anni 2000, la lucidità e puntualità, la visione lunga con cui seppe leggere i mutamenti in atto nel mondo commerciale e marittimo mondiale e nel quadro mediterraneo in cui si collocava lo scalo marittimo livornese”.
Enzo Raugei ha sottolineato che la data dell’intitolazione non è casuale:
“Il 4 giugno 1989 partiva formalmente infatti l’attività della Cilp, Compagnia impresa.
Fu una sorta di riabilitazione, di rivincita, il ritorno sulla scena di un cittadino illustre che ha lasciato una traccia indelebile nella storia della nostra città, dopo il maldestro tentativo dell’allora ministro Prandini di farlo da parte attraverso il commissariamento della Compagnia.
Fu un riconoscimento al suo valore e alla sua azione.
Italo non fu solo un uomo del porto, fu prima di tutto un uomo ricco di umanità, tenace, pulito; spinto da un senso morale netto e schietto e dalla forza delle sue idee che andavano ben oltre la dimensione del porto, delle sue banchine e determinarono spesso indirizzi di carattere nazionale”.
Roberto Piccini ha ringraziato tutti per l’affetto dimostrato, evidenziando che:
“non poteva essere scelto luogo migliore per intitolargli una strada, vicina alla sezione nautica del Venezia; il suo rione, ma vicina anche a largo Tito Neri e a piazza Gaetano D’Alesio, spaccati di una storia di Livorno, del suo porto, della sua crescita provenienti da momenti più duri ma che ci hanno consegnato un testimone”.
“Voglio ricordare un suo aspetto caratteriale a molti sconosciuto, Italo era un uomo fra gli uomini, era un portuale fra i portuali, aveva capacità di ascolto e capacità di non giudicare.
Aveva un desiderio:
elevare la condizione sociale dei lavoratori portuali rendendoli non semplici prestatori di mano d’opera ma anche gestori e protagonisti di un processo di autodeterminazione e di crescita imprenditoriale che ha segnato la storia della compagnia portuale”.
A conclusione della cerimonia è intervenuto anche il cavaliere del Lavoro Piero Neri, ricordando di quando Piccini, nel dopoguerra, si chiudeva per ore nell’ufficio di suo nonno insieme all’allora Console Vasco Iacoponi, di cui Piccini era vice, per parlare della ricostruzione nel porto di Livorno, incontri ai quali seguivano frequenti viaggi a Roma.
BIOGRAFIA ITALO PICCINI
(a cura di Enzo Raugei presidente del Gruppo Compagnia Portuale di Livorno)
Italo Piccini nasce il 4 novembre del 1927 a Livorno in Venezia nel cuore della città, nel centro storico, dove risiedono la maggior parte dei lavoratori portuali.
La famiglia è numerosa, il padre portuale, i guadagni sono scarsi, sei figli sono tanti: chi per primo si alzava riusciva a mettersi le scarpe (zoccoli) gli altri no, andavano scalzi, perché di scarpe non c’erano per tutti.
Anche per Italo la priorità non è la scuola, ma aiutare a procacciarsi il cibo, per sé e per la famiglia.
Tutti i lavori andavano bene, anche quelli di fatica. I segni di questa gioventù difficile, vissuta in gran parte durante la seconda guerra mondiale, restano per tutta la vita: lo pneumatorace per tubercolosi, contratta anche per scarsa nutrizione, una asimmetria della spalla destra, determinata dal peso delle balle.
Si arriva al dopoguerra, nel 47 si costituisce la Compagnia Lavoratori Portuali il primo console Vasco Jacoponi
Nell’aprile del 1949 Italo si sposa con Mara, nel dicembre nasce il figlio Roberto.
Sono gli anni della militanza politica, nel P.C.I., delle letture, dello studio che recuperano la mancata frequenza scolastica.
Nel1961 Italo viene eletto vice del console Jacoponi, nel 63, alla sua morte, gli subentra.
Sarà sempre rieletto alla carica di console della Compagnia Lavoratori Portuali fino al 1989, quando nel marzo il decreto del Ministro Prandini, con il commissariamento della CLP, ne determina la destituzione.
Dopo il commissariamento della Compagnia, a seguito della Riforma Prandini, nel giugno 1989 si costituisce la Cooperativa Impresa Lavoratori Portuali CILP di cui Italo sarà amministratore delegato fino al 2010, anno della morte.
Sarà sempre riconfermato anche nel consiglio della Compagnia Portuale.
E’ semplice la biografia di Italo: coincide con il percorso di emancipazione dei lavoratori, con la crescita commerciale della Compagnia, con i suoi investimenti, si identifica con il suo ruolo di motore dell’economia del porto, con la sua funzione sociale per la Città.
La storia di Italo è quella della Compagnia e del Porto di Livorno, il suo motto “ il potere sta nella volontà” è alla base delle scelte innovative della Compagnia.
Nel1967 l’inaugurazione della Biblioteca dei Portuali, nel 1975 l’acquisto del Leonardo Da Vinci, dove inizierà il cammino verso il primato nei contenitori, 1985, più container a Livorno che in ogni altro porto del Mediterraneo, significativo fu il rapporto che instauròcon il management della Zim.
E poi l’alleanza con la Star norvegese per i forestali, con la Dole per la frutta, con Contship per la Darsena Toscana, con gli Operatori del settore per l’altra idea imprenditoriale di successo, le auto nuove, grandi intuizioni che ancora oggi fanno di Livorno un porto di eccellenza, a lui si devono anche la realizzazioni di grandi opere infrastrutturali: il molo Alto Fondale, la Darsena Toscana e in ultimo l’autoparco del Faldo.
In un recente evento, il prof. Paolo Dario ha parlato di innovazione tecnologica, ha spiegato che il ricercatore ha bisogno di Innovatori che hanno capito quel che serve: e Italo è stato un grande Innovatore.
Anche nelle relazioni di lavoro: i Clienti, i Fornitori, i Soci erano compagni di cammino, persone con cui molto spesso si instaurava un rapporto di confidenza, talvolta di amicizia.
Per i lavoratori della Compagnia, del Porto, per i livornesi, era Italo “si va a parlare con Italo”, con rispetto, anche con soggezione:
per molti anni è stato definito l’uomo più potente di Livorno, ma è sempre rimasto riconoscibile, un lavoratore fra lavoratori; il Console che ha sempre guardato a far crescere i lavoratori, il movimento sia a livello culturale, ne sono un esempio le tante iniziative che hanno trovato sede al Palazzo, dalla biblioteca alla Fondazione Antonicelli, che economico e e di coscienza secondo il principio che ognuno è imprenditore di se stesso.
Italo si faceva preciso scrupolo di non fare mai attendere a lungo fuori dal suo ufficio, nessuno, chiunque fosse; passava da parlare con personaggi primari della vita economica, non solo locale ma nazionale e internazionale, ad ascoltare le istanze, anche familiari, di singoli lavoratori.
Finché ha potuto ha continuato a studiare, a leggere, di tutto, dai quotidiani ai saggi economici alle poesie, a fare politica, quella di sinistra, della solidarietà, dei diritti.
Quando regalava qualcosa, a chi obiettava “ ma è un mistificatore, non ha bisogno”, rispondeva “meglio dare a un imbroglione che negare a chi ha necessità”.
In questa sede avrebbe detto che “chi non c’è’ più diventa buono bello e bravo”… a distanza di dodici anni, il riconoscimento della Giunta del Comune di Livorno non significa il riconoscimento ad un uomo perfetto; ma ad un uomo intelligente, di qualità che aveva ben chiaro che “noi” è meglio di “io” anche negli affari.
Fra gli errori, ne aveva commesso uno in particolare: era convinto che la malattia gli avrebbe concesso più tempo.
Così non è stato. Purtroppo per lui, per la sua famiglia e per tutti noi, portuali e livornesi.
Passeremo da questa piazza, davanti al Palazzo della Compagnia, dai prossimi giorni Piazza Italo Piccini, e lo saluteremo “ciao Italo, grazie lavoreremo con tenacia per dare continuità e solidità alla Compagnia per la quale hai dedicato gran parte della tua vita”