Cronaca 13 Novembre 2020

Decreto ristori e Recovery Fund. “Come illudere le Partite IVA”

federcontribuentiLivorno 13 novembre 2020

L’intervento di Federcontribuenti su Decreto ristori e Recovery Fund

“Il Decreto ristori 137/2020 ed il Decreto ristori bis 149/2020 non hanno previsto alcuna sospensione dei pagamenti né alcun contributo per moltissimi titolari di P. Iva che si son visti inviare in queste ore gli F24 per Iva o INPS o INAIL dai propri commercialisti.

Federcontribuenti: ”il Paese non è né rosso, né arancione e né giallo, ma nero. 4 mila euro per bar e pasticcerie in crisi da marzo scorso; 4 mila euro per alberghi e B&B; appena sopra i 5 mila euro per tutte le attività legate al turismo.

L’impatto economico dei due decreti ristori è pari a 6,6 miliardi di euro, fin ora son stati fatti bonifici per poco meno di un miliardo a fronte di una perdita di fatturato di tutte le piccole imprese italiane di oltre 220 miliardi di euro. Intanto la scure del pagamento delle imposte rateizzate, sospese, di nuova scadenza resta sospesa sulle loro teste!”.

Il 65% delle imprese ha una grave mancanza di liquidità per far fronte alle spese che si presenteranno fino alla fine del 2020.

Scordatevi i Recovery Fund:

”non arriveranno prima del 2022 e non serviranno alle vostre imprese”.

Nessun lockdown:

”il governo non ha i soldi nemmeno per assumere medici in cambio abbiamo banchi con rotelle spaziali e monopattini fichissimi!”.

La scommessa di Federcontribuenti con i Lirabond: ”un importantissimo gruppo bancario italiano sta valutando la nostra proposta”.

 

La croce delle P. Iva.

 

Nessun ammortizzatore sociale, se non lavora non produce reddito.

Ad oggi Governo e Regioni hanno elargito bonus a fondo perduto nella misura di 600+600+1000+1000 da marzo 2019.

Puntuali sono arrivate le tasse ed ovviamente le si è pagate con tali aiuti. Tra INPS e INAIL parliamo di circa 1.300 euro ogni 4 mesi a dipendente più titolare.

Forse queste P. Ive avranno altri 2 mila euro di media con il ristoro bis.

Molti scrivono alla Federcontribuenti chiedendo aiuto:

 

” Aiutateci a convincere il governo ad agire sulla scadenza del 10 dicembre per quanto riguarda la rottamazione e il saldo e stralcio delle cartelle Equitalia.

Tutti coloro che hanno aderito a questa rateizzazione, si trovano costretti a dover pagare entro il 10 dicembre tutte le rate IN UN’UNICA SOLUZIONE del 2020, in particolare quelle da marzo in poi del periodo covid.

L’intenzione, avendo aderito alla rottamazione, è ovviamente pagare ma come è possibile farlo in un’unica soluzione dopo non aver incassato nulla in questi mesi covid?”.

Tutti i canali di informazione a partire dal sito del ministero dell’Economia insistono con il parlare di aiuti dati alle imprese per cifre astronomiche, 750 miliardi di euro, ”quando non tutta la cig di aprile è stata pagata; quando i contributi a fondo perduto non hanno coperto tutte le attività produttive già ad aprile; quando a fronte di 10 mila euro di spese morte al mese alle imprese è stato riconosciuto una tantum di 4 mila euro da marzo! In parole povere questi miliardi non esistono.

Quali strumenti per salvare la nostra economia e i nostri lavoratori.

 

Le grandi sigle di rappresentanza delle imprese e del commercio a cui vanno importanti sovvenzionamenti pubblici e quote pagate dalle stesse imprese non hanno pensato di creare un ecommerce tutto italiano dove mettere a disposizione dei propri rappresentati vetrine virtuali per continuare la vendita, eppure le vendite online in questo triste 2020 sono quintuplicate, peccato che gli introiti finiscano nel 92% dei pagamenti fuori Italia. Le Camere di Commercio territoriali non hanno pensato ce ne fosse urgenza? Perché lasciare tutto in mano ai giganti del web?

Possiamo emettere da subito il Lirabond.

 

”Questa alternativa permetterebbe subito di dare liquidità vera, e non presunta, alle famiglie e a tutte le imprese, escluso l’export, dell’intero territorio Nazionale, accettato dallo Stato anche per il

pagamento delle imposte e usare l’EURO solo per l’economia internazionale. Soldi veri, economia vera come già in atto in tutti gli altri Stati europei”.

Care Partite Iva e cari lavoratori precari – tutti gli autonomi sono dei precari – vi state domandando come smaltire la merce in magazzino?

Come riuscire a far quadrare i costi di impresa e portare il pane a casa? Come saldare tutte le bollette, pure quelle di casa, la RCA, l’affitto o il mutuo e riuscire anche a saldare le tasse sospese o in scadenza?

La politica risponde che c’è la pandemia, che occorrono sacrifici, che vi devono bastare quelle poche migliaia di euro a fronte di zero guadagni”.