Cronaca 19 Giugno 2019

Detenuto dell’alta sicurezza si laurea con 110 e lode in scienze della comunicazione

Livorno –  Il garante dei detenuti Giovanni De Peppo comunica con una nota l’avvenuta laurea di un detenuto del reparto di alta sicurezza del carcere delle Sughere:

“Tra la grande emozione dei presenti si è svolta oggi, mercoledì 19 giugno, la discussione della tesi di laurea del detenuto C. D. della sezione alta sicurezza della Casa Circondariale di Livorno.
Alla presenza di molti familiari, degli educatori, della Polizia Penitenziaria, del direttore del carcere dott. Carlo Mazzerbo e del Garante dei Detenuti, la relatrice prof.ssa Veronica Nieri, insieme ai docenti componenti della commissione di laurea del Dipartimento di scienze dello spettacolo e della comunicazione dell’Università di Pisa, ha apprezzato la complessa tesi dal titolo “Nativi digitali e rete. Conseguenze e possibilità etiche dischiuse dai social network”.
La tesi ha magistralmente trattato l’attualissimo fenomeno delle conseguenze, delle criticità e delle opportunità della rete sulle nostre società.
Una valutazione di 110 e lode quella della Commissione, che ha premiato il secondo laureato che realizza il suo sogno di crescita culturale in una sezione di alta sicurezza, riconoscendo lo sforzo dei tanti  operatori del settore educativo e della Polizia Penitenziaria che rendono concreto l’art. 27 della nostra Costituzione.
Ha davvero un grande valore di riscatto lo straordinario percorso di un detenuto che ha messo in gioco tutta la sua volontà e il suo impegno attraverso la cultura e lo studio finalizzato a riconquistare una vita da restituire alla società. Un grande risultato per tutto il personale del carcere della nostra città: un’altra laurea che si concretizza nell’Istituto grazie alle presenze dei tanti docenti dell’Istituto Vespucci di Livorno e dell’Università di Pisa, che con la loro passione civile offrono occasioni di crescita culturale e di formazione, per generare cittadini migliori e assicurare alla comunità quella sicurezza che può nascere solo grazie all’integrazione sociale”.
Giovanni De Peppo