Livorno 14 ottobre 2024 – Dibattito sulle dimissioni Lenzi, gli interventi
Riportiamo di seguito gli interventi ricevuti sulle dimissioni di Simone Lenzi, assessore alla cultura del Comune di Livorno
Dibattito sulle dimissioni Lenzi, gli interventi
Livorno Popolare: “Lenzi, battute da bar tipiche della destra”
In città non si parla d’altro che della vicenda Lenzi e delle sue frasi con conseguenti dimissioni. E il dibattito si è allargato a esponenti politici nazionali e a diversi artisti.
Crediamo che sia importante fare chiarezza per capire il centro della questione che da molti viene bypassata.
Partiamo dall’inizio, dall’attacco di un assessore alla cultura che si augura la chiusura di un quotidiano. Un’esternazione senza giustificazioni per chi ricopre tale ruolo politico.
Poi vi è la questione dei tweet, anche questi ingiustificabili per chi svolge quel ruolo, soprattutto in una giunta che si definisce di centrosinistra.
Ma dopo le varie difese di artisti e politici, è ovvio che la vicenda si è spostata su un altro piano, e crediamo vada rimessa al suo posto perché molte frasi dei suoi amici, evidentemente stanno prendendo le difese dell’artista, o dell’amico o comunque della persona Simone Lenzi.
Questo è l’errore che si sta commettendo.
Lenzi da 6 anni non è più soltanto il frontman di una band o uno scrittore o un qualsiasi cittadino, ma è il maggior esponente politico della cultura della nostra città, il suo è un ruolo pubblico di grande responsabilità. Non sono dunque accettabili quelle esternazioni da parte di chi, tramite quel ruolo, deve dare un indirizzo e un esempio a tutte e tutti i livornesi. Questo dovrebbero capire oggi i suoi amici che si sono schierati a una difesa a spada tratta dell’uomo Simone Lenzi, del quale interessa relativamente perché qui si parla delle dimissioni dal suo ruolo politico.
Se si è un tizio qualsiasi, famoso o meno, al bar, si possono dire tante cose, ma questo non è permesso per chi invece svolge un ruolo istituzionale che prevede responsabilità e credibilità per ciò che un assessore e tutta la sua giunta decidono e impostano come programma e indirizzo politico.
Pensiamo se queste frasi fossero state dette da un assessore di destra di un’altra città (cosa che accade molto spesso purtroppo). Tutti coloro che oggi provano a difendere il loro amico, si sarebbero indignati e preoccupati per come sta cadendo in basso il nostro paese, questa è la differenza tra un assessore e un cittadino qualsiasi.
Non a caso la Lega, la destra, oltre a elementi politici discutibili si sono affannati alla sua difesa, per specularci sopra politicamente, perché anche a loro e a tutti sia permesso e diventi più normale di quanto purtroppo non sia già, esternare frasi transfobiche.
Quindi bene ha fatto Salvetti a chiederne le dimissioni per ribadire che la nostra città non vuole che a livello istituzionale si sdoganino certi temi, ma anzi che si arrivi a una presa di coscienza collettiva cittadina, per la quale occorrerà ovviamente più tempo, ma se non si parti dall’alto, non si può pretendere che certe sensibilità arrivino a tutte e tutti.
Per quanto riguarda la persona Simone Lenzi, crediamo che comunque le sue uscite siano infelici, e la sua difesa dell’arte che deve essere libera, è insita in quell’opera che ha criticato, cioè un’opera che vuole provocare e far riflettere. Quell’opera è una provocazione “di sinistra” che cerca di aprire un dibattito su temi scomodi sui quali ancora forte è la discriminazione, mentre la sua battuta da bar, è una provocazione di destra e conservatrice e poco ha a che fare con la libertà di espressione artistica, ma anzi ricorda chi davanti alle opere d’arte se ne esce con “questo lo sapevo fare anche io” oppure “il mio falegname con 30 mila lire la fa meglio”.
Lettere firmate
Vi ringrazio per aver portato all’attenzione quanto espresso dall’Assessore alla Cultura nei confronti del Fatto Quotidiano.
Non credevo che ancora esistessero persone libere e coraggiose che potessero esprimere le loro idee così bene e tanto chiaramente come ha fatto l’Assessore.
lettera firmata
Il deputato della Lega Andrea Barabotti: Solidarietà agli attacchi subiti
Barabotti (Lega), doppia morale della Sinistra costringe a dimissioni assessore Lenzi. Solidarietà.
“Si dimette l’Assessore di Livorno Simone Lenzi, colpevole di aver polemizzato contro l’indottrinamento Lgbtqia+ e contro il Fatto Quotidiano.
Il politicamente corretto e la doppia morale della Sinistra mietono un’altra vittima. Il Sindaco Salvetti del Pd dopo aver accettato – e forse suggerito – le dimissioni, si è lasciato andare a una laconica dichiarazione: ‘a ogni reazione corrisponde una reazione’. L’unico a non pagare conseguenze è lo stesso Salvetti che ha scelto nella sua Giunta Simone Lenzi, ben consapevole del profilo di intellettuale e di artista fuori dalle righe. Il profilo eclettico di Lenzi è diventato un problema soltanto quando con le sue opinioni l’ex Assessore alla cultura si è andato a scontrare con la ‘sensibilità woke’ della sinistra italiana, illiberale e intollerante.
Capita così che la Sinistra italiana si trovi a condannare ferocemente l’assessore Lenzi e contestualmente a difendere il professor Christian Raimo, il quale ha usato pesanti parole d’odio nei confronti del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. A Simone Lenzi va tutta la mia solidarietà umana per gli attacchi anche personali che ha ricevuto in questi giorni e l’incoraggiamento, nonostante questa parentesi amministrativa finita male, a continuare a pensare fuori dagli schemi da intellettuale libero e autentico”.
Così il deputato della Lega Andrea Barabotti.
Il Senatore Manfredi Potenti (Lega): Caso Lenzi, Potenti (Lega): Sinistra sotto ricatto estremismi. Si dimetta Salvetti
Caso Lenzi, Potenti (Lega): Sinistra sotto ricatto estremismi. Si dimetta Salvetti
“La vicenda di Simone Lenzi, costretto alle dimissioni per alcuni tweet, dimostra come la sinistra sia sotto ricatto di frange di estremismi che ledono basilari principi di libertà nell’espressione delle proprie idee. Un assessore alla Cultura, artista e scrittore, deve essere libero di esprimere giudizi su un’installazione provocatoria come ‘Woman’, la raffigurazione esposta alla Biennale di Venezia. Un’opera espressione di un’artista, anche egli libero di poter esprimere la propria creatività. Tuttavia, il modello di perversione che quella statua ha voluto rappresentare non esprime il comune sentire e neppure può essere tollerato che alcune associazioni di sinistra impongano la linea politica alle amministrazioni comunali. Si dimetta Salvetti, e, semmai, il PD, ridotto alla censura dagli estremismi, abbia la trasparenza di candidare un rappresentante espressione dei valori sociali disgreganti espressi dai gruppi LGBTQ ai quali ritiene di doversi sottomettere”. Lo dichiara in una nota Manfredi Potenti, senatore toscano della Lega.
Dibattito sulle dimissioni Lenzi, gli interventi