Politica 12 Novembre 2023

“Difendere i negozi di vicinato”, le proposte di Noi Moderati

Livorno 12 novembre 2023 – “Difendere i negozi di vicinato”, le proposte di Noi Moderati

“Esiste una strategia che i grandi marchi del commercio adottano da molto tempo e in più nazioni. Una strategia che vuole eliminare la gran parte dei negozi di vicinato (indipendenti) per poi sostituirli direttamente. Noi Moderati intende interrompere con urgenza tale processo che conosciamo bene grazie a professionisti ed esperti specialisti del settore della consulenza e dell’imprenditoria.

E’ una strategia attuata anche in più anni e si collega ad un preliminare e diffuso insediamento dei centri commerciali nelle aree periferiche della città per poi entrare decisamente nella stessa. A Livorno il processo è iniziato nel 2003 con il primo grande centro commerciale distante dal centro cittadino a meno di 5 km (in linea d’aria ancor meno) seguito da altri nel tempo (e ancora in corso) ormai presenti nel pieno centro cittadino e incastonati in quartieri. E’ evidente a tutti come Livorno stia subendo fortemente tale impatto palesemente sproporzionato rispetto alla capacità di assorbimento e di resistenza dell’economia locale, tanto da aver generato gravi crisi e molte chiusure di negozi indipendenti, inclusi quelli storici, seppur a tali crisi abbiano contribuito anche sfavorevoli contesti e periodi economici.

In questi 20 anni commercianti e artigiani sono stati anche accusati di non saper stare sul libero mercato, di non saper essere concorrenziali, professionali, tecnologici, aggiornati. Sono accuse assolutamente ingiuste, generiche e non rispettose verso coloro che seriamente cercano di operare al meglio delle loro possibilità e con gli strumenti a loro disposizione.

Per consentire agli attori economici di operare veramente in concorrenza occorre considerare che alcune “leve favorevoli” non sono nella loro disponibilità per obblighi di legge, mentre altre “leve sfavorevoli” sono proprio da loro subìte a causa di obblighi di legge o decisioni di autorità terze. Per questi motivi per la tutela delle Micro-Piccole-Imprese sono previste normative e leggi specifiche e sono previste in tantissime nazioni, non solo in Italia. I più classici esempi sono i parcheggi, l’arredo urbano, l’ambiente, il traffico, gli accessi, la sicurezza, la fruibilità, ecc.. Elementi impossibili da attivare/usare da parte dei piccoli indipendenti in quanto sono tutti nelle mani, nelle decisioni e nella gestione dell’amministrazione pubblica.

Ovvio, quindi, che se da un lato prendiamo in considerazione la disastrosa decisione (i) di insediare strutture GDO e centri commerciali dotati di centinaia e centinaia di posti auto gratuiti, con facilità di accesso (cambiando e agevolando la viabilità) o a costo orario “rimborsato” con pochi euro di spesa presso il marchio “a richiamo alimentare” e, dall’altro rileviamo la incosciente decisione (ii) di creare “artificialmente” ambienti e condizioni ostiche per i “piccoli indipendenti” producendo “ostacoli” al consumatore con parcheggi a pagamento con costi elevati o non costruendoli, chiudendo strade di accesso o di passaggio, lasciando un ambiente urbano (arredo, servizi, ecc.) trascurato e trasandante, oltre che insicuro, modificando il flusso dei mezzi pubblici e del traffico (creandolo, come a Livorno in questi 10 anni), ecco che non occorre una grande preparazione tecnica per comprendere che non si sta generando l’ambiente ideale che consenta di affrontare alla pari “il mercato concorrenziale”: in questo scenario, i piccoli non resistono ed è ora di dire basta.

Tutto questo è ben noto ai grandi marchi (attuato da decenni in altre nazioni) e gli stessi attendono il momento giusto per trasferirsi nei centri cittadini e sostituire i negozi di vicinato, forti nel loro marketing, nella potenza economica, nell’aver acquisito la fiducia dei consumatori avendoli messi in assoluta “comodità logistica” (complici le amministrazioni locali), ecc., quindi, pronti poi a invadere le strade dei centri città per la sostituzione di imprenditori locali indipendenti.

Questo fenomeno si sta accelerando in grandi e piccole città, inclusa Livorno, con la iniziale attrazione di marchi “alimentari” ai quali seguiranno sempre i grandi marchi di altri prodotti, esattamente come avviene con i centri commerciali.

Una rivoluzione copernicana con i megastore che dai centri commerciali traslocano in città e i centri storici che diventano aree dello shopping a cielo aperto (…) Un fenomeno che è molto evidente in una città come Milano, che prende in prestito i modelli da altre capitali europee e anticipa le tendenze a livello nazionale.” (da “I grandi store? Traslocano in centro. E si trasformano in negozi di vicinato”, in Avvenire, 25.10.2023).

Si tratta di un fenomeno che deve essere letto anche in visione prospettica e dinamica, oltre che in quella attuale.

Infatti, il 40% degli italiani acquista almeno una volta alla settimana in piccoli negozi. Un dato che conferma “l’interesse per il commercio di prossimità e le botteghe di quartiere in particolare”. Gli italiani associano a tali piccole strutture la dimensione della vicinanza (comodità) e i concetti di tradizione e genuinità e “i più giovani hanno riscoperto il fascino delle botteghe di quartiere: il 45% del campione tra 18 e 25 anni le visita settimanalmente, come gli over 60 (47%). Tra le persone giovani, oltre 1 su 3 acquista abitualmente anche da piccoli negozi e produttori online, rivelando come l’integrazione tra i due canali sia sempre più necessaria da parte dei rivenditori per fidelizzare questo segmento di popolazione.” (da “Prossimità, gli italiani non rinunciano allo shopping di quartiere” su indagine SDA Bocconi per American Express, in gdoweek.it, 09.05.2023).

Una amministrazione veramente tutelante verso il proprio territorio, oltre a bloccare una tale devastante invasione, riteniamo abbia anche l’obbligo di incentivare, sostenere e agevolare l’esercizio di attività commerciali indipendenti gestite da residenti in città. I posti di lavoro sul territorio sono tali e degni di rispetto anche se sono autonomi. Noi Moderati abbiamo in programma di farlo”.

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