Disabilità, il nuovo progetto regionale
Servizi Sociali, al via a Livorno la nuova unità di valutazione multidisciplinare per la disabilità
LIVORNO – “La disabilità non può più essere considerata come una riduzione delle capacità funzionali di un individuo, ma deve tenere conto delle condizioni di salute complessive nonché dei fattori ambientali e personali. Il servizio sociale deve quindi superare la logica del bisogno assistenziale e rivolgere uno sguardo complessivo alla persona, tenendo conto non solo delle sue potenzialità, ma anche delle sue attese, dei suoi desideri di scelta, partecipazione e autonomia”. A dirlo è stata Laura Brizzi, direttore dei servizi sociali dell’Azienda USL Toscana nord ovest nel corso di un incontro sul tema “Il progetto di vita della persona con disabilità” rivolto alle associazioni del territorio livornese che si è tenuto questa mattina all’ospedale di Livorno.
Nel corso dell’iniziativa è stato illustrato, in particolare, il contenuto della delibera regionale 1449 del 2017 che istituisce il percorso di attuazione del modello di presa in carico della persona con disabilità che ha introdotto numerose novità e prevede oltre alla presa in carico attraverso Punti Insieme e segretariato sociale, anche la valutazione della persona con definizione condivisa del suo progetto di vita e il successivo monitoraggio in itinere.
La fase valutativa, che definisce il progetto di vita, è realizzata dalla Unità di Valutazione Multidisciplinare Disabilità (Uvmd), una equipe composta da varie professionalità messe a disposizione dalla zona distretto livornese guidata da Carlo Giustarini. Il progetto di vita è realizzato attraverso risorse economiche, strumentali, professionali e umane, sia pubbliche che private, ovvero con il budget di salute, costituito dall’insieme di opportunità che la Uvm Disabilità ha a disposizione per la realizzazione del progetto di vita della persona. In questa fase si inseriscono in maniera determinate la famiglia, il privato sociale, il volontariato e tutte le associazioni, in grado di favorire il miglioramento delle condizioni ambientali della persona.
Nell’Azienda Usl Toscana nord ovest è stato anche costituito un organismo collegiale e multidisciplinare, coordinato dal direttore del dipartimento dei servizi sociali, non autosufficienza e disabilità, che riunisce medici delle cure primarie, infermieri, fisiatri e assistenti sociali che operano nell’area della disabilità, con l’integrazione del medico di medicina generale e del pediatra di libera scelta della persona e dalle professionalità specialistiche aziendali necessarie. Il lavoro dell’Uvm disabilità si realizza attraverso schede di valutazione multidimensionali, a garanzia dell’omogeneità dei percorsi.
Con l’occasione è stato presentato da Laura Adorni Pallini, responsabile per la USL Toscana nord ovest dei servizi sociali di Livorno, anche il progetto “Dopo di Noi” definito in coprogettazione pubblico-privato sulla zona livornese, rivolto alle persone con disabilità grave, prive del sostegno familiare, in carico ai servizi socio-sanitari. Il progetto, approvato dalla Regione Toscana, denominato “Vivere Organizzati in Libertà e Autonomia” (Vola) ha visto come soggetto proponente l’Azienda USL Toscana nord ovest, soggetti partner il Comune di Livorno, la Fondazione Scotto, la Di Vittorio Società Cooperativa Onlus e come soggetto sostenitore Anmic Livorno.
Il progetto nel suo complesso prevede l’attivazione di azioni progettuali riconducibili a 3 ambiti:
1) percorsi programmati di accompagnamento per l’uscita della persona disabile dal nucleo familiare di origine o per la de-istituzionalizzazione;
2) interventi di supporto alla domiciliarità;
3) programmi di sviluppo delle competenze per la gestione della vita quotidiana e il raggiungimento del maggior livello di autonomia possibile
Il finanziamento previsto andrà a coprire le spese per la realizzazione delle azioni relative ai tre ambiti suddetti (laboratori, weekend per l’autonomia, co-housing con livelli medio bassi di supporto, sostegno alla persona con disabilità e alle famiglie) e interventi infrastrutturali essenziali e a supporto per l’avvio delle azioni progettuali sul patrimonio messo in campo nella coprogettazione degli interventi.