Cronaca 10 Aprile 2022

Discarica di Limoncino, Rifiuti zero: “Se ci sono illegalità intervenga la magistratura”

Limoncino camion bloccatoLivorno 10 aprile 2022

Le considerazioni di Rifiuti zero Livorno  in merito ad un articolo apparso sulla stampa locale riguardante le opposte posizioni di chi gestisce la discarica e del comitato

Il comitato in un post da poco pubblicato sulla sua pagina Facebook scrive:

 

“DISCARICA A LIMONCINO: SE CI SONO ILLEGALITA’, INTERVENGA LA MAGISTRATURA

L’articolo pubblicato pubblicato sulla stampa domenica 10 aprile, a proposito delle gravissime accuse rivolte da chi gestisce la discarica a Limoncino nei confronti del comitato che si oppone al progetto, ci ha colto del tutto di sorpresa, dato che le informazioni che siamo riusciti a raccogliere attraverso i mezzi di informazione e la documentazione esibita dal comitato raccontano una storia molto differente:

1) non ci risulta nessun “ampio progetto a carattere regionale” per il ripristino ambientale di cave dismesse, in cui rientrerebbe il monte La Poggia a Limoncino.

Un progetto simile esisteva molti anni fa (il progetto “Atlante”) e non prevedeva assolutamente l’utilizzo di rifiuti “a basso contenuto organico”, ma esclusivamente inerti da demolizioni edilizie, cioè mattoni, cemento e piastrelle;

2) l’autorizzazione per la discarica a Limoncino rilasciata dalla Provincia è ormai scaduta da tre anni e non ha mai prodotto davvero l’avvio delle attività; la magistratura aveva già chiesto alle autorità competenti di revocare l’autorizzazione e concedere al massimo il conferimento di rifiuti inerti da demolizioni (proprio in ossequio all’originario piano di ripristino ambientale, vedere sentenza del Tribunale di Livorno n. 149/2014) ma soprattutto i giudici hanno sempre negato l’uso pubblico della strada per attività industriali, che invece venne dato per scontato dall’autorizzazione della Provincia.

Attualmente la discarica può vantare solo un nulla osta provvisorio rilasciato dalla Regione, che ha incredibilmente ignorato tutte le criticità, a partire proprio dall’assenza di una viabilità di accesso all’impianto;

3) non ci risulta alcun servizio di “pubblica utilità” della discarica a Limoncino, dato che l’impianto, totalmente privato, non è presente in nessun atto di pianificazione o programmazione delle pubbliche amministrazioni per quanto riguarda la gestione dei rifiuti e non ci risulta in alcun modo convenzionato con le stesse per lo smaltimento dei rifiuti;

4) non appare possibile negare l’efficacia delle sentenze a favore del comitato no-discarica sulla base del fatto che l’attuale azienda che gestisce l’impianto non è la stessa azienda che lo gestiva in precedenza: ci risulta infatti che le sentenze esecutive che hanno negato il transito dei camion lo hanno fatto in base alla necessità di tutelare l’incolumità e l’integrità fisica delle persone, a prescindere da chi gestisce la discarica o dalla compravendita di quote di proprietà dell’impianto o della strada;

5) oltretutto, ci risulta da notizie di stampa che lo scorso anno fu proprio l’attuale azienda che gestisce l’impianto, non quella precedente, a presentare una richiesta di risarcimento danni per i blocchi stradali del comitato no-discarica.

La magistratura però avrebbe negato il pagamento di qualsiasi risarcimento, proprio in base al divieto di transito vigente;

6) non riusciamo perciò a comprendere le accuse, rivolte a mezzo stampa nei confronti del comitato, di “illegalità quotidiane” addirittura in un clima di “intimidazione e violenza”.

Finora, i mezzi di comunicazione hanno riportato invece che le forze dell’ordine, chiamate sul posto ogni volta che si presentava un camion all’imbocco della strada, non avrebbero proceduto a prendere alcun provvedimento nei confronti del comitato, limitandosi ad aiutare invece i camion a fare manovra per tornarsene indietro.

In ogni caso, come cittadini livornesi ancor prima che come ambientalisti, siamo estremamente preoccupati dalla situazione, perciò invitiamo entrambe le parti a rivolgersi alla magistratura nel caso in cui vogliano ipotizzare comportamenti illegali altrui, in modo che le autorità competenti possano fare piena luce sulla vicenda ed assicurare il giusto godimento dei propri diritti alla parte che riuscirà a far valere le proprie ragioni”.

 

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