Discarica di Limoncino, Sorgente (M5S): “Salvetti gioca allo scaricabarile”
Stella Sorgente, consigliera comunale M5S: “Sulla discarica di Limoncino il sindaco gioca allo scaricabrile
Purtroppo non siamo sorpresi nell’apprendere che ancora una volta il Sindaco tenta di scaricare le responsabilità sulla precedente amministrazione.
Ci prova anche sulla questione “Limoncino”, una vicenda dove anche i “muri” cittadini conoscono l’origine delle autorizzazioni, che furono rilasciate 13 anni fa e all’epoca governava la solita maggioranza politica che oggi governa sia in Comune che in Regione.
Sono proprio quei grandi alleati di Salvetti, senza i quali Lui, in questo momento non ricoprirebbe l’onorevole ruolo di Sindaco di Livorno.
Peraltro, sullo stesso tema, lo stesso buon Sindaco che governa con il Pd a sua insaputa, ci aveva già provato un paio di anni fa e sulle stesse questioni avevamo già risposto.
Ma ormai come i “muri” sanno chi ha rilasciato le autorizzazioni e continua a procrastinare l’attuale autorizzazione (ovvero la Regione targata Pd)
Gli stessi “muri” hanno capito che quando il Sindaco è in difficoltà, ricorre sistematicamente all’antico adagio #colpadiNogarin.
Ricordiamo in ogni caso che:
nella conferenza dei servizi dell’aprile 2019 (quella citata da Salvetti), a pochi giorni dalle elezioni amministrative; la Regione Toscana rilasciò il nulla osta al conferimento dei rifiuti, ignorando il parere negativo inviato via Pec dal Comune di Livorno.
Lo ha fatto avendo però a “supporto” un parere controverso di Arpat, la quale; nel mentre sollevava dubbi sulla compatibilità alla zonizzazione acustica del comune (in violazione dell’AIA quindi, che dovrebbe assicurare la tutela di tutte le matrici ambientali),
si dichiarava comunque d’accordo al rilascio del nulla osta regionale.
Non sappiamo se il Sindaco, supportato dagli autorevoli dirigenti comunali che lo affiancano costantemente, si sia accorto di altre ulteriori “stranezze” di una siffatta procedura:
ad esempio che il rilascio del nulla osta regionale è avvenuto un giorno dopo la scadenza naturale dell’AIA; che sarebbe in realtà scaduta il 22 aprile 2019, a 10 anni dalla nota autorizzazione della Provincia di Livorno, datata 22 aprile 2009.
Il decreto 6130 del 23 aprile 2019 della direzione ambiente della Regione viene peraltro rilasciato prescrivendo il completamento di molteplici opere ancora da eseguire e contemplate nell’AIA
Questo contraddice, a nostro parere, la veridicità del completamento delle opere stesse entro i termini prescritti dalla VIA ed autorizzati dall’AIA stessa.
Il nulla osta viene soprattutto rilasciato senza che vi sia traccia di alcuna ispezione svolta dalla Regione circa la sussistenza di tutte le condizioni di sicurezza; come sarebbe invece previsto dall’art.9 del d.lgs. n.36/2003.
La Regione Toscana ha evidentemente accelerato il procedimento di rinnovo delle autorizzazioni. Il Comune invece depositava pareri tecnici negativi motivati ed argomentati:
il primo (firmato dall’ex Dirigente Belli) eccepiva che il procedimento modificava l’autorizzazione (AIA); ammettendo nuovi tipi di rifiuti per cui si sarebbe dovuto procedere ad una revisione dell’AIA e non ad un semplice nulla osta.
Il secondo (firmato dal Segretario Bignone) era un parere negativo sulla procedura atipica impostata da Regione Toscana che rendeva di fatto impossibile valutare gli effetti rispetto a tutte le matrici ambientali.
Ebbene la Regione (targata Pd) ignorò completamente i pareri tecnici del Comune e, come è noto, ha rilasciato il nulla osta.
Contro questo provvedimento la Giunta Nogarin decise formalmente di fare un ricorso, che non ebbe però il tempo di presentare e coltivare. Questo perché nel frattempo il mandato era finito e si sono svolte le elezioni con gli esiti ben noti.
La Giunta Salvetti ha successivamente perso questo ricorso perfino con soccombenza anche sulle spese ed ha rinunciato a fare appello.
Quella era a nostro parere la strada che avrebbe potuto eliminare del tutto il pervicace nulla osta regionale e su quel ricorso il Comune avrebbe dovuto investire anche attraverso la ricerca di professionisti esterni abilitati al patrocinio presso il Consiglio di Stato.
Ma evidentemente ci sono ricorsi di serie A e ricorsi di serie B. Sulla storia dell’ulteriore recente ricorso, appellato dal Comune ma non dalla Regione Toscana non intendiamo soffermarci ulteriormente, perché; la paradossale vicenda dovrebbe essere ormai ben nota a tutti.
Ad ogni modo, le questioni evidenziate sono da noi già state rappresentate in tutte le sedi opportune.
Concludiamo dicendo che dispiace soprattutto per i cittadini vedere un Sindaco che, a quasi tre anni dall’inizio del suo mandato, ancora insiste con tali modalità e non si dimostra aperto nel condurre possibili battaglie comuni, anche con soggetti diversi dai suoi alleati a livello locale.
Ci amareggia il fatto che si sia oltretutto già espresso sull’impossibilità di procedere con una ordinanza ex Art.54 Tuel, citando un parere avverso dell’avvocatura comunale.
Senza nulla togliere alla professionalità dei referenti dell’avvocatura comunale, proponiamo al Sindaco, visto che:
questa amministrazione primeggia nell’affidare incarichi e progetti a consulenti e professionisti privati, di provare a farsi redigere anche un parere esterno al Comune, perché se è vero che ci possono essere state sentenze che hanno visto soccombere i comuni in casi analoghi (come cita l’avvocatura comunale); è altrettanto vero che esistono sentenze che paiono avere un valore giuridico ed altre, come quella del Tribunale di Livorno che vieta il transito dei camion sulla via del Limoncino, che invece non si rispettano.
Ci rallegriamo infine nell’apprendere che il consigliere regionale Gazzetti (PD) interroghi la sua stessa Giunta regionale (altrettanto PD) sulla stessa vicenda del Limoncino.
Suggeriamo allo stesso consigliere regionale, se lo ritiene opportuno, di farsi promotore diretto anche di una legge regionale che migliori e definisca le procedure tecniche seguite dagli uffici regionali soprattutto in materia ambientale.
Ne gioverebbe la collettività.